Roma, sulla ciclabile Tuscolana automobili e pozze d’acqua

Inizio di fuoco per la bike lane del Municipio VII tra polemiche politiche e residenti ostili al progetto

Polemiche tra i residenti, gazzarra politica e macchine parcheggiate dove non dovrebbero. Non è stato un esordio facile per la ciclabile Tuscolana, un progetto di oltre due chilometri per dotare la consolare di una ciclabile che collegherà le piste già esistenti al Parco degli Acquedotti e sulla Togliatti.

La nuova bike lane del Municipio VII è stata accolta da alcuni residenti con scetticismo e ostilità. Al punto che i lavoratori del cantiere hanno ricevuto minacce che hanno reso necessaria una richiesta di presidio ai vigili urbani. Tuttavia la maggioranza degli abitanti del Municipio VII appare favorevole al progetto.

 

Sul fronte politico la polemica sulla ciclabile è rovente. Il dem Marco Palumbo – a capo della Commissione Trasparenza Capitolina – ha chiesto accesso agli atti per avere piena conoscenza del progetto. Secca la replica di Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità e grande sostenitore del progetto: tutto alla luce del sole.

Ma in concreto, come procedono i lavori sulla ciclabile?

“In maniera strana. Alcuni punti sembrano completati, con asfalto nuovo e segnaletica orizzontale dipinta, altri hanno solo il cordolo e su altri ancora non s’è intervenuto – racconta a Radiocolonna Gian Lorenzo, un residente attento agli sviluppi della bike lane – Da Porta Furba a poco dopo Lucio Sestio è tutto un alternarsi di 500 mt completi e 500mt incompleti. Stessa cosa dall’altro lato, da Subaugusta a poco prima di Giulio Agricola”.

Come si può vedere da queste immagini, in attesa della sua completa operatività la ciclabile è stata scambiata da alcuni automobilisti per un parcheggio.

Si teme che queste dinamiche – in assenza di cordoli e di controlli efficaci – si possano verificare anche a pista ultimata.

Capitolo piogge: da come si vede in questa foto, appare urgente avere un sistema di caditoie efficace e funzionante. Con la creazione di nuove e la pulizia delle esistenti per evitare che la pista – una volta realizzata – appaia più come un luogo in cui praticare rafting che ciclismo.

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