Confermata in Appello la condanna per tre appartenenti al clan dei Di Silvio accusati del raid punitivo in un bar di Roma avvenuto il primo aprile del 2018. I giudici di secondo grado hanno ribadito le accuse di lesioni, violenza private e minacce aggravate dall’articolo 7 della legge del 1991 sul metodo mafioso. Confermate le condanne, che in primo grado erano arrivate al termine di un processo svolto con rito abbreviato, a 4 anni e 10 mesi ad Alfredo Di Silvio, a 4 anni e 8 mesi per suo fratello Vincenzo e 3 anni e due mesi al nonno, Enrico. Per questa vicenda il 25 febbraio scorso è stato condannato in primo grado a 7 anni Antonio Casamonica, rampollo del clan attivo anche nella zona della Romanina, che aveva optato per il rito ordinario.
L’aggressione ai danni dei titolari del Roxy Bar della Romanina era stata messa in atto dai condannati come ritorsione al fatto di non essere stati serviti subito. Il gruppo prima offese i gestori e poi passò alle vie di fatto arrivando a prendere a cinghiate una cliente disabile “rea” di avere invitato gli aggressori ad allontanarsi. I giudici di Appello, nel ricalcolare la pena e contrariamente a quanto scritto in precedenza, hanno abbassato di un anno (2 anni e due mesi) la pena nei confronti di Enrico Di Silvio.