Durante una pandemia che miete centinaia di vittime al giorno, spesso muoiono senza fare rumore, ma sono stati in prima linea, dal primo lockdown in poi. Si tratta degli uomini e delle donne che lavorano in supermercati e alimentari, sempre aperti in quanto servizi essenziali. L’ultimo decesso per Covid è quello di Rudy Reale, il direttore di un Todis di Roma. “Segue di qualche ora quello di Riccardo, commesso Carrefour” sempre nella Capitale, “morto lunedì scorso dopo aver combattuto contro il Covid-19. Il primo fu quello di una commessa dell’IperSimply di Brescia del 20 marzo 2020”, riferisce il Cobas che dà anche al notizia del decesso di oggi.
Ottocento chilometri più a nord una ventenne valdostana, Melissa Cortese, ha avviato una petizione online per chiedere di vaccinare in via prioritaria i dipendenti delle catene di alimentari “tutti esausti e invisibili”, come la sua mamma. Tra il primo e l’ultimo decesso di lavoratori del commercio in Italia, punta il dito la confederazione sindacale di base, c’è “una lista di morti invisibili, nascoste e mai enfatizzate“. Il sindacalista si unisce al “cordoglio dei lavoratori del suo punto vendita, al loro commiato commosso”. I funerali di Rudy (“che dopo aver perso la moglie lascia i due figli, Claudia e Michele”) si terranno oggi a Sora, suo paese d’origine.
Melissa Cortese è invece la figlia di una commessa valdostana e ha lanciato una petizione su change.org pe inserire questi lavoratori nel piano vaccinale. “Mia mamma – spiega – ha paura di tornare a casa da noi, si disinfetta e lascia i vestiti del lavoro sul pianerottolo. Mia mamma ha paura di andare al lavoro, dove ogni giorno incontra centinaia e centinaia di persone, molte delle quali indossano scorrettamente la mascherina (se la indossano) e non si disinfettano adeguatamente. Mia mamma riceve tardi le mascherine, quando le riceve. Mia mamma all’inizio dell’emergenza, per diverse settimane, non ha avuto il plexiglass di protezione. Penso che mia mamma rappresenti tutti i lavoratori dei supermercati. Alcuni soli, alcuni con una famiglia che li aspetta, ma tutti esausti e invisibili”.
Ieri il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone ha stigmatizzato “le decisioni discrezionali delle regioni che hanno vaccinato alcune categorie prima di altre in modo arbitrario, gli avvocati sì e i commessi dei supermercati no, per fare un esempio. Ci sono state grandi disparità che vanno rimosse”. Risale invece a metà marzo l’appello della Confcommercio del Friuli Venezia Giulia: gli operatori del turismo e i collaboratori dei negozi, i commessi sono categorie a rischio e dunque da vaccinare quanto prima possibile, una volta coperte le fasce di popolazione più fragili per età o patologie pregresse. (ANSA)