Il Covid sta salendo in modo vertiginoso nelle classi a Roma. Dalla fine di settembre i casi sono in sostanza raddoppiati, soprattutto nelle scuole materne ed elementari, per il fatto che si tratta di ragazze e ragazzi non vaccinati.
Mascherine in classe al momento non previste
Al momento non è previsto un ritorno alle mascherine. Su questo dovrà essere il prossimo governo, e in particolare il ministero della Salute, a dire l’ultima parola. Ma in quello che potrà essere il nuovo esecutivo, alcuni dei possibili futuri componenti in passato si sono detti contrari a un uso massiccio delle mascherine. Semmai in caso di emergenza massima saranno i prefetti a intervenire, visto che questi hanno la responsabilità dell’ordine pubblico. Problemi ci sono anche sul fronte dell’organico. Mancano i responsabili amministrativi, e queste funzioni vengono svolte da personale ATA che spesso però non ha competenze in merito.
I presidi: attenzione ai termosifoni, finestre aperte anche in interno
Per Mario Rusconi, presidente a Roma dell’Associazione Nazionale Presidi, “il problema sarà che per ridurre le cifre astronomiche che pagheranno gli enti locali si proverà a limitare l’accensione dei termosifoni e delle luci nelle scuole. E’ un problema che ancora non è stato preso in considerazione nonostante abbiamo sollecitato le istituzioni. Dobbiamo affrontare il discorso con Anci e Upi che sono i proprietari delle scuole e pagano le bollette“. E poi, “le finestre sono ancora aperte per via del Covid, anche in inverno bisognerà cambierà l’aria. Dovremmo venire a scuola tutti più attrezzati, non dico vestiti da sci ma poco ci manca. Confido che anche i genitori si rendano conto della situazione, spero che non siano schizofrenici come spesso accade, che da una parte tollerano e invece dalla scuola non tollerano nessun sacrificio”. Una cosa è certa: i purificatori d’aria sono una chimera, anche perché i costi di installazione sono a carico degli enti locali.
Manifestazione delle università
In subbuglio anche le università. Davanti alla facoltà di Lettere a Villa Mirafiori è prevista una manifestazione. “Dopo tre anni di pandemia – scrivono gli studenti – è inaccettabile che dal governo alle amministrazioni degli atenei non siano arrivate soluzioni di lungo periodo sugli spazi e sulla tutela del diritto degli universitari ad avere una carriera accademica accessibile a tutti. Mentre si investono miliardi per inviare armi all’Ucraina e fomentare teatri di guerra in tante parti del mondo in accordo e per conto della Nato – sottolineano -, la scuola e l’università pubbliche rimangono sempre vittime delle stesse logiche aziendalistiche ed elitarie. Noi vogliamo il diritto allo studio garantito per tutti e lo vogliamo subito”.