Questo pomeriggio il centrodestra è sceso in piazza in vista delle elezioni regionali in Umbria, previste il 27 ottobre. E lo ha fatto con lo schieramento al completo: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il dominus dell’evento è stato Matteo Salvini, leader di un partito dato in testa nei sondaggi nazionali e oggi in piazza nel luogo simbolo delle battaglie della sinistra italiana. Una vigilia dominata dalle polemiche per la partecipazione di Casapound a San Giovanni e proseguita nella giornata odierna, con il giornalista Gad Lerner che è stato insultato al suo arrivo in piazza, durante le fasi dell’accreditamento.
Dopo il minuto di silenzio dedicato alla tragica scomparsa dei due agenti di polizia a Trieste, si sono susseguiti gli interventi degli ospiti. Duri quelli dei governatori leghisti Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Fiuli). Il primo ha invitato a togliere alle forze dell’ordine il galateo e a ridargli il manganello, il secondo ha toccato il tasto dell’immigrazione: “bisogna sospendere Schengen e tornare a controllare i nostri confini”.
E se la Meloni ha parlato del caos turco sottolineando – a suo avviso – i rischi di una presunta islamizzazione dell’Europa, Berlusconi ha fatto appello ai “7 milioni gli italiani delusi, sfiduciati, disgustati da questa politica, che non vanno più a votare e che dichiarano di sentirsi liberali, moderati, anticomunisti. A loro ci rivolgiamo per convincerli a tornare al voto”.
A conclusione è arrivato l’atteso intervento di Matteo Salvini, anticipato dall’enfatica colonna sonora del “Nessun dorma” di Puccini e da un video-ricordo di Oriana Fallaci. “Siamo 200mila” ha esordito Salvini, prima di iniziare una sequela di attacchi rivolti a Carola Rackete, Beppe Grillo e la coppia Raggi-Zingaretti, definiti “il duo sciagura”.
“Sono convinto che chi davvero applica gli insegnamenti del Vangelo e della Bibbia sia colui che evita che questa gente si metta in un barcone in mano agli scafisti e ai trafficanti, ma quelli che permettono le partenze fanno la genuflessione. Al governo abbiamo gente con le mani sporche di sangue” è stato il duro attacco del leader leghista all’esecutivo di Giuseppe Conte.
Roma protagonista dell’happening non solo per la scelta della location. Ai margini della piazza, infatti, alcuni gazebo di Forza Italia e Lega hanno raccolto le firme per chiedere le dimissioni di Virginia Raggi. Sindaca che, in seguito alla nascita del governo PD-M5S, è attaccata soprattutto dalla parte destra dello scacchiere politico.