Sui rifiuti l’Italia non torna indietro. E’ la replica a distanza del ministro dell’Interno Matteo Salvini all’alleato di governo, Luigi Di Maio, che aveva espresso la necessità, in prospettiva, di chiudere i termovalorizzatori anche in Lombardia.
“La Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un paese che torni indietro”. Lo ha detto Salvini, a margine di un evento a Milano. “I rifiuti – ha aggiunto – ovunque nel mondo significano ricchezza energia e acqua calda. A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista sci e una parete di arrampicata mentre altrove solo musei. Se gestiti bene e controllati bene portano più salute ed economia”.
“Ci sono i fatti e le chiacchiere e, proprio come la sindaca Raggi, il vice premier Di Maio blatera”, hanno commentato da +Europa Massimiliano Iervolino e Silvja Manzi . “La questione rifiuti – hanno spiegato – è molto semplice: laddove ci sono impianti intermedi di trattamento (a Roma si chiamano TMB, in Campania si chiamano Stir) che producono Cdr (combustibile derivato da rifiuti) servono necessariamente inceneritori per bruciarlo, a meno che non si voglia continuare a servirsi scelleratamente di quelli del nord Italia; laddove invece esistono, o si preveda che esistano, impianti di trattamento a freddo con recupero di materia, allora gli inceneritori potrebbero non servire, questo però si può fare solo ed esclusivamente laddove esista una raccolta differenziata dell’umido molto efficiente”.
“Il Movimento 5 Stelle – hanno concluso – punta sul secondo tipo di impianti, tuttavia non c’è un atto della Raggi che vada in questa direzione, così come non c’è un atto del Governo che faciliti, ovvero imponga, questa svolta impiantistica. Fin quando questo non accadrà, sia la Raggi sia il vice premier Di Maio sono allo stesso livello, e il loro comportamento ci porterà dritti a una nuova crisi dei rifiuti”.