Sanità: sull’assunzione dei precari grava il tetto spesa

Fiaso, sono 54mila, reclutati per la pandemia. Mappa per regione

(immagine di repertorio)

La possibilità di assumere a tempo indeterminato i circa 54 mila precari della Sanità reclutati durante la crisi sanitaria per l’assistenza ospedaliera, il contact tracing, i tamponi e la campagna di vaccinazione, è legata ai tetti di spesa ancorati a parametri del 2004, quindi molto problematica dal punto di vista legislativo. Un impedimento che “non consentirebbe alle aziende sanitarie, soprattutto a quelle delle Regioni che sono state in piano di rientro, di adeguare il personale allo standard necessario per offrire i servizi della rete territoriale e di cure intermedie previsti nel Pnrr”.

Come spiega il presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore, che per primo insieme con gli Ordini professionali, ha chiesto le assunzioni a tempo indeterminato dei precari medici, infermieri e operatori sanitari, tecnici di laboratorio, assistenti e biologi. Sull’argomento interviene anche il maggiore sindacato italiano dei medici ospedalieri, l’Anaao: “E’ necessario fare un passo legislativo ulteriore – sottolinea il Segretario Carlo Palermo – perchè la Legge Madia del 2017, articolo 3 comma 2, pone un tetto rigido alle assunzioni, per capirci, per contrattualizzare tutti questi precari della Sanità bisognerebbe abbassare lo stipendio di chi già lavora nelle aziende ospedaliere. Insomma ci vuole una disposizione di legge precisa che superi questa situazione e l’Anaao chiede proprio la rimozione dei limiti”. Intanto dall’analisi condotta da Fiaso con il supporto di Sda Bocconi, sulla base dei dati della Corte dei Conti, emergono i numeri e la situazione molto diversificata regione per regione che riguarda i precari chiamati a lavorare in pandemia.

Dalla platea di personale che potrebbe in teoria essere stabilizzata, vanno però esclusi i medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e il personale collocato in quiescenza ma richiamato con incarichi di lavoro autonomo. Ecco la mappa regione per regione: -In Piemonte su 6.099 operatori sanitari contrattualizzati a tempo determinato per l’emergenza Covid, i precari sono 4.783: 346 medici, 1.525 infermieri e 2.912 tra il resto del personale. In Valle D’Aosta su 184 i precari, 40 sono medici, 62 infermieri e 82 altri operatori. -In Lombardia numeri molto più alti: su 8.955 contratti precari, 1.785 sono medici, 3.711 infermieri e 3.459 altro personale. -In Emilia Romagna sono complessivamente 5.979 di cui 1.113 medici, 2846 infermieri e 2.020 altri operatori sanitari. In Liguria 1.608 i precari che hanno prestato servizio per la crisi sanitaria, di cui 210 medici, 590 infermieri e 808 per il resto. -In Sicilia i precari sono in tutto 7.068, di cui 1.360 medici, 1.993 infermieri e 3.715 di altro personale. -Nel Lazio 822 medici, 1.486 infermieri e 1.726 con altre mansioni sanitarie. In -Toscana 755 medici, 732 infermieri e 1.054 per il resto. -In Veneto 492 medici, 835 infermieri e 453 restanti. -In Puglia 4.453 precari di cui 401 medici, 2.436 infermieri e 1.616 altro personale. -In Campania 834 medici, 2.978 infermieri e 1.753 di altro personale. -In Umbria 869 precari di cui 163 medici, 389 infermieri e 317 altro personale. -In Friuli Venezia Giulia 236 medici, 295 infermieri e 343 altro personale. -Nelle Marche 292 medici, 601 infermieri e 353 altro personale. -In Abruzzo 102 medici, 914 infermieri e 792 altro personale. -In Molise 5 medici, 143 infermieri e 116 altro personale. -Nella Provincia autonoma di Bolzano 553 precari di cui 80 medici, 145 infermieri e 328 altro personale. -Nella Provincia autonoma di Trento 252 precari di cui 58 medici, 76 infermieri e 118 altro personale. -In Basilicata 20 medici, 207 infermieri e 136 altro personale. -In Calabria 206 medici, 717 infermieri e 335 altro personale. -In Sardegna 89 medici, 552 infermieri e 296 altro personale.

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