Sarà un’altra domenica di preghiera a Santa Sofia a Boccea, la chiesa degli ucraini a Roma. E continuano ad arrivare beni di prima necessità per le persone che sono colpite dai combattimenti in Ucraina: cibo, vestiti, medicinali. I beni sono così tanti che i religiosi di questa chiesa e il personale fanno fatica a smistarli. Ad oggi sono più di 50 mila gli ucraini arrivati in Italia, di cui circa 10 mila nella capitale. Chi non ha un posto in una famiglia, viene smistato dalla Protezione Civile regionale. Dopo i primi giorni in cui c’è stato un po’ di smarrimento, i posti disponibili infatti non erano censiti, ora la macchina sembra andata a regime.
Ma chi è che è arrivato in Italia dall’Ucraina? La maggior parte di loro lo ha fatto perché aveva conoscenti o parenti, chi non ha seguito questo percorso ha cercato tramite Santa Sofia una sistemazione. Il Comune di Roma, e in particolare modo l’assessore al Sociale Barbara Funari, sono in contatto ogni giorno con la Protezione Civile.
Il Comune ha cominciato ad accogliere da un paio di settimane gli ucraini in strutture alberghiere convenzionate con Roma capitale per la prima accoglienza. Si è aggiunto anche il circuito della protezione civile regionale e poi strutture convenzione con ordini religiosi. Tutto questo per la prima accoglienza, e per dare un tetto e un letto caldo a poche ore dall’arrivo. Ma il Comune sta raccogliendo molte offerte di ospitalità in famiglia, un’opzione successiva per coloro che per un motivo o l’altro non possono stare in albergo.
Chi arriva a Roma si rivolge in primo luogo a Santa Sofia. Tra queste persone c’è spaesamento, disorientamento. Si tratta di donne e bambini scappati in fretta e furia, nella notte, con solo uno zainetto e pochi effetti personali, forse nella speranza di tornare presto.
Una vera sfida sarà integrare i bambini e gli adolescenti. È già possibile far frequentare la scuola materna ai più piccoli tramite gli uffici scolastici, mentre si sta pensando di organizzare lezioni in ucraino per i più grandi proprio per dare continuità a un percorso di studi che è stato interrotto in pochi giorni.