Se a livello nazionale Pd e M5s continuano a tessere l’alleanza giallorossa, a Roma non sono mai stati cosi’ distanti. “Una minaccia la ricandidatura di Virginia Raggi”, ha detto ieri sera in tv il governatore del Lazio ed ex segretario dem Nicola Zingaretti.
“Parole come pietre”, punta il dito oggi la sindaca grillina, secondo cui “non e’ lecito provare ad emarginare una persona che – al di la’ delle opinioni politiche – e’ realmente “minacciata” dalla criminalita’”.
Non finisce qui. Il Pd, che non sosterra’ la ricandidatura di Raggi, ora che la maggioranza a 5 stelle e’ sempre piu’ a rischio in Campidoglio, sta studiando una mozione di sfiducia contro la sindaca insieme ad FdI.
Con soli 25 rappresentanti su 49 (Raggi compresa) i numeri del MoVimento a Palazzo Senatorio sono appesi a un filo: a tenerlo paradossalmente e’ la cosiddetta “fronda”, quattro consiglieri pentastellati contrari alla ricandidatura della sindaca e che ora dettano le loro condizioni per andare avanti.
“In una citta’ che ha conosciuto episodi gravissimi legati alla criminalita’ organizzata, definire la sindaca Virginia Raggi una ‘minaccia’ e’ veramente inaccettabile. Come si fa ad attaccare in questo modo chi in questi anni si e’ speso in primissima linea tanto da finire sotto scorta per aver dichiarato guerra alla criminalita’ organizzata? Il M5s e’ sempre al fianco della sindaca di Roma nella sua battaglia per la legalita’. Una battaglia che dovrebbe essere riconosciuta anche dal presidente del Lazio, che invece la attacca in questo modo. Zingaretti, che e’ un uomo intelligente, capisca che ha sbagliato e chieda scusa”. Cosi’ in una nota i parlamentari ed europarlamentari romani del Movimento 5 Stelle.