I presidi chiedono di tornare a casa: scoppia il caso delle scuole in reggenza

Molte scuole nel Lazio sono libere, ma non disponibili perché i presidi titolari sono distaccati, denunciano a Il Tempo un gruppo di dirigenti scolastici

Articolo da Il Tempo

Vorrebbero tornare a dirigere le scuole della propria regione di residenza, ma non è possibile. Perché i posti vacanti disponibili non ci sono. E per quelli liberi solo di fatco cioè le scuole date in reggenza – manca una norma apposita. Scoppia il “caso” delle scuole in reggenza “bloccate” per i presidi fuori regione, e Roma è fra le città più ambite. Spieghiamo di cosa si tratta.

Linda L’Amante risiede nella Capitale e attualmente è la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 1 di Arzignano, in provincia di Vicenza. Ha scritto a Tempo in rappresentanza di un numeroso gruppo di dirigenti in servizio in regioni diverse da quella di residenza, assunti con l’ultimo concorso nazionale. Oltre un migliaio, tutti del Centro-Sud – circa 200 sono laziali – e in servizio in regioni del Centro Nord, specialmente Lombardia, Piemonte e Veneto. Il motivo: sollevare la questione della mancata “assegnazione provvisoria” sui posti disponibili di fatto, cioè le scuole dirette da presidi titolari distaccati presso sedi ministeriali, di associazioni etc. che vengono appunto date in reggenza.

Da tempo dialogano con i sindacati, ma per ora la loro situazione resta nel limbo. “Molte scuole nel Lazio sono libere, ma non disponibili perché i presidi Presidi titolari sono distaccati – chiarisce L’Amante ma per noi, dirigenti m servizio m altre regioni, non c’è alcuna norma per poter vedersi attribuiti tali posti in modo temporaneo. Ho due figlie, sto in Veneto da quattro anni, mi trovo bene. Però vorrei tornare a lavorare a Roma, nel mio quartiere Don Bosco, così come altri colleghi”, ni sindacati confederali ci hanno promesso che ci supporteranno – prosegue la dirigente – l’Associazione Nazionale Presidi ci ha fatto sapere che studierà la questione, ci siamo confrontati pure con altre sigle. Ma i tempi sono lunghi. È stata ridimensionata la mobilità, certamente ci ha aiutato. L'”assegnazione provvisoria” sui posti dati in reggenza proprio non esiste- Per questo chiediamo una nuova norma o un nuovo istituto contrattuale. Fino a quando non ci sono posti liberi veri e propri ci diano almeno questa opportunità; un’assegnazione temporanea riferita al nostro incarico triennale». L’appello è al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: «A marzo – racconta L’Amante con i sindacati siamo stari ricevuti al Ministero per sciogliere il nodo riguardante noi dirigenti fuori regione. Chiedevamo un piano di rientro. Siamo stati accontentati ottenendo il 100% della mobilità. Ma i posti sono comunque poclii, ci sono stati ritardi nelle comunicazioni dei pensionamenti. II problema specifico dell’assegnazione provvisoria non siamo riusciti a sollevarlo». E ancora; «Ci sono categorie protette, come i genitori di figli minori fino a tré anni, che possono accedere a questa possibilità grazie a una previsione inserita nel decreta legislativo 131/2001 – conclude la preside – è la prova che manca la norma e anche la volontà di affrontare, sul piano generale, l’argomento. L’unico dilemma sarebbe )a necessità dei dirigenti scolastici al Nord, ma è superato dal fatto che a breve verranno fatti due concorsi: uno straordinario che verrà bandito a settembre, che crea una “coda” al concorso nazionale del 2017, e uno ordinario.

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