Scuola: i presidi propongono lezioni di 50 minuti

Rusconi: «È previsto dalla legge». L’incognita dei trasporti, nonostante la riaperture delle superiori vicinissima.

Studenti romani

Ultime riunioni cruciali sulla scuola, che dovrà riaprire il 7 gennaio a meno che i dati epidemiologici non lo consentano. I presidi presentano all’Ufficio scolastico regionale una proposta: se proprio non sarà possibile modificare i due orari di ingresso delle 8 e delle 10, cosa che i dirigenti auspicano come prima opzione, almeno si potrebbe ridurre la durata delle lezioni da 60 a 50 o 45 minuti, in modo che anche con l’entrata posticipata i ragazzi non tornino a casa troppo tardi per studiare e i professori non rischino di dover restare a scuola dalle 8 alle 16.

«È già previsto dalla legge e le scuole si possono organizzare in autonomia’’. Spiega a ‘’Il Messaggero’’ il rappresentante dei presidi, Mario Rusconi. ‘’Chiediamo però – aggiunge – che il direttore dell’Ufficio regionale ci dia la cornice entro la quale agire, soprattutto per quanto riguarda gli insegnanti: le scuole potranno decidere come i ragazzi potrebbero recuperare le ore non svolte, per esempio con compiti aggiuntivi, ma per quelle degli insegnanti, che hanno un contratto nazionale, sarebbe l’ufficio regionale a doverci indicare come farle compensare’’.

La riapertura delle superiori è ormai vicinissima, nonostante le molte criticità. Sia le categorie, sia le singole scuole si sono mobilitate con lettere di protesta formali contestando a tutto campo il programma approvato dalla Prefettura.
Senza contare che resta l'incognita numero uno, quella dei trasporti, dalla cui organizzazione discende del resto anche la doppia entrata. L’Ufficio scolastico regionale sembra irremovibile.

«Le difficoltà organizzative derivanti dalle due fasce di ingresso alle 8 e alle 10 o dall'apertura di sabato non sono sufficienti, anche se ben rappresentate, a ottenere una deroga – ha ribadito il direttore Rocco Pinneri nella sua ultima circolare -. È ben chiaro che riorganizzare gli orari a metà anno è complesso, per l'orario di uscita dei ragazzi, per la necessità di coordinare le scuole interessate dalle cattedre a orario estemo, per le esigenze spesso contrastanti delle famiglie e del personale, per la presenza di lavoratori anch’essi pendolari… Tuttavia, non può non prevalere la tutela della salute pubblica e individuale, che rende necessario questo nuovo sforzo».

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