Scuola: studenti in corteo a Roma e in 40 città, “200mila in piazza” – FOTOGALLERY

Protestano contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte di Giuseppe Lenoci durante uno stage, e per un esame di maturità diverso. Erano già scesi in piazza lo scorso 28 gennaio

Oggi gli studenti delle superiori torneranno a manifestare contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte di Giuseppe Lenoci durante uno stage e per un esame di maturità diverso. Erano già scesi in piazza lo scorso 28 gennaio. In oltre 40 città sono previsti cortei e presidi.

A Roma gli studenti appartenenti al movimento della Lupasi sono dati appuntamento stamattina a piazza Vittorio per dirigersi verso piazza Madonna di Loreto.Alcune organizzazioni chiedono le dimissioni del Ministro dell’Istruzione Bianchi e del Ministro dell’Interno Lamorgese. Intanto lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera.

 

“Stiamo chiedendo l’abolizione immediata dell’alternanza scuola lavoro. In meno di un mese due morti, prima Lorenzo a Udine e l’altro giorno Giuseppe. Oggi più che mai l’alternanza va abolita. È vergognoso il tentativo del governo di barcamenarsi pur di non abolirla o di cambiarle nome pur di lasciarla così”, dice in piazza Tommaso di Osa Roma, esponente del Movimento della Lupa.

“In secondo luogo vogliamo il ritiro immediato di questa proposta di esame di maturità perché non tiene conto di questa profonda crisi psicologica e pedagogica stiamo vivendo. Questi due anni di pandemia sono stati durissimi per gli studenti – aggiunge Tommaso – In terzo luogo manifestiamo contro la repressione grave avvenuta sugli studenti nelle ultime settimane di mobilitazione”, sottolinea lo studente chiedendo infine “le dimissioni immediate del ministro Bianchi”.

“Duecentomia studenti in piazza sono un segnale straordinario. Le nuove generazioni hanno dato una scossa a tutto il paese rompendo il giocattolo dell’unità nazionale del governo Draghi”: a dirlo è Lorenzo Lang, segretario nazionale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) .

“Questo movimento studentesco – continua – pone una questione politica chiarissima: il sistema dell’alternanza scuola lavoro è fatto di sfruttamento, assenza di diritti e sicurezza. Deve finire, bisognava aspettare i morti per capirlo? Non si può piegare la didattica alle esigenze delle imprese, non si può continuare col modello della scuola-azienda. C’è una generazione che ha capito che il suo futuro sarà di precarietà, sfruttamento assenza di diritti e non è disposta ad accettarlo senza dare battaglia”. Nei cortei, gli studenti hanno bruciato simbolicamente i simboli di Confindustria, al grido “no alla scuola dei padroni”. “Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci sono vittime di un’Italia in cui muoiono tre lavoratori ogni giorno, e in cui si è deciso di mandare gli studenti a lavorare gratis nelle stesse condizioni. Strappiamo e diamo fuoco ai simboli di Confindustria perché sappiamo chi ha voluto una scuola modellata sugli interessi dei padroni”.

“Il segnale proveniente dalla piazza di Roma è molto importante – dice il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) – dopo mesi di mobilitazione, tentativi di repressione e minacce gli studenti sono ancora in piazza dimostrando che la loro lotta non si ferma. La protesta degli studenti non mette in discussione soltanto l’alternanza scuola-lavoro, ma un modello d’istruzione piegato sugli interessi delle imprese e sempre più aziendalistico e privatistico voluto dal Governo Draghi. In piazza oggi, come nelle scorse volte, non ci sono “infiltrati”, ma studenti combattivi che lottano per migliorare la propria condizione, non dover rischiare di morire di scuola e per conquistare un sistema d’istruzione diverso. Ora è il momento di generalizzare le proteste, dare continuità alla mobilitazione allargando il fronte di lotta ad un numero sempre maggiore di studenti ed unire le rivendicazioni con quelle dei lavoratori. Uniti e organizzati siamo invincibili”.

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