Scuola: Valditara sul preside del liceo Tasso “vittima di genitori militanti”

Il ministro dell'Istruzione commenta la vicenda di Paolo Pedullà che, dopo nove anni, ha cambiato scuola per via delle polemiche scatenate dalla sua scelta, il 5 dicembre scorso, di punire con il 5 in condotta circa 170 studenti che hanno occupato la scuola

“È una vicenda che mi ha colpito. Perché Paolo Pedullà è un preside molto stimato e preparato ed è uomo di quella sinistra autenticamente democratica e liberale, ormai sempre più rara, che ha il culto del rispetto della persona, delle regole e dei beni pubblici”. In un’intervista al Messaggero, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, commenta la vicenda del preside del liceo Tasso di Roma che, dopo nove anni, ha cambiato scuola per via delle polemiche scatenate dalla sua scelta, il 5 dicembre scorso, di punire con il 5 in condotta circa 170 studenti che hanno occupato la scuola.

“Spiace – aggiunge il ministro – che per comportamenti immaturi e irresponsabili di una minoranza molto lontana dai valori democratici sia stato costretto a chiedere il trasferimento dal liceo Tasso ad altra scuola. A lui va la mia piena solidarietà”. Secondo il ministro “c’è da chiedersi perché un insegnante e un dirigente scolastico così misurato e capace abbia sentito il bisogno di cambiare aria”.

La risposta che viene da suggerire è che è andato via perché stanco delle minoranze di studenti e di genitori che vogliono comandare dentro le scuole: “Non è che queste minoranze comandano. Il problema vero è che praticano una militanza molto amplificata dai media. Il genitore che ha a cuore la serietà dell’insegnamento e il buon uso della scuola come luogo didattico, come luogo di crescita e di vita, spesso non si fa sentire. E alla fine subisce la prepotenza e l’arroganza delle minoranze rumorose”. Servirebbe più silenzio operoso nel mondo scolastico: “Servono apertura, dialogo, democrazia e civiltà. Nella scuola e in ogni altro ambito. E purtroppo, sia nella scuola sia nella società, questi valori sono talvolta calpestati da minoranze che si sentono moralmente superiori”.

Il ministro ha poi commentato il disegno di legge governativo sul voto in condotta: “Ci consente d’intervenire su una questione cruciale del nostro vivere civile. Che è quella della responsabilità individuale. Credo che abbiamo fatto un importante passo avanti, era già stato approvato in Senato, ora è stato approvato in commissione anche alla Camera, manca solo il voto dell’aula. Introduce norme decisive per ridare autorevolezza ai docenti e per responsabilizzare gli studenti”.

Per quanto riguarda la circolare che vieta i telefonini in classe da settembre: “Non sarà più possibile usare il cellulare per scopi didattici, fino alla terza media. Lo si potrà utilizzare soltanto per esigenze legate alla disabilità e ai disturbi di apprendimento. Per il resto, il telefonino in questa fascia scolastica lo si potrà portare ma va lasciato in un cassettino o nella borsa. Quanto alle scuole superiori, lì non è possibile utilizzarlo in classe, se non per fini didattici e con l’autorizzazione del docente”.

Una grande questione è quella dell’uso dell’intelligenza artificiale nelle scuole: “Può essere uno strumento importante per personalizzare la didattica. A questo riguardo abbiamo deciso di avviare in alcune scuole un progetto per sperimentare, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, assistenti basati sulla AI”, conclude Valditara.

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