Sea Watch, niente migranti a Rocca di Papa

Per il momento non è previsto che i 49 a bordo delle due navi seguano lo stesso percorso di quelli della Diciotti. Zingaretti conferma gli Sprar

La Sea Watch
La Sea Watch

Al momento non è previsto che i migranti della Sea Watch e della Sea Eye arrivino a Rocca di Papa come avvenuto in estate per la vicenda della Diciotti. Nella cittadina a pochi chilometri da Roma c’è infatti il timore che dopo l’appello del Papa ieri all’Angelus, la Cei, Conferenza Episcopale Italiana, si mobiliti affinché i 49 migranti siano accolti in una delle strutture della Chiesa italiana, e il Lazio è particolarmente ricco di queste.

Le vicende Diciotti-Sea Watch hanno differenze tra di loro. La Diciotti aveva attraccato in un porto italiano, la Sea Watch invece è al largo di Malta. Tra l’altro bisogna capire se Mondo Migliore a Rocca di Papa-Castel Gandolfo avrebbe ora la possibilità di accogliere altri migranti.

Nel dibattito si inserisce anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che sta valutando il ricorso alla Consulta sul decreto sicurezza, che “deve però essere solido e motivato. Intanto ho dato direttiva alle Asl del Lazio di non interrompere l’assistenza sanitaria a nessuno indipendentemente dalle sue condizioni socio-economiche”.

Certo, le condizioni di salute dei migranti a bordo delle due navi potrebbe spingere verso un’accelerazione degli eventi per arrivare a una possibile soluzione. La situazione a bordo “diventa ogni giorno più instabile e cresce il livello di stress”, lo dice Franck Dorner, medico della Sea Watch, che si trova vicino Malta con a bordo 22 migranti soccorsi il 22 dicembre scorso.

“La gente salvata – ricorda il medico – era traumatizzata quando ha raggiunto la nostra nave ed ora ogni giorno il mal di mare e le onde alte accrescono i problemi che queste persone stanno affrontando”. La vicenda, per l’esponente della ong, “deve finire il più presto possibile. Abbiamo bisogno di una risposta dalla comunità europea, per una giusta distribuzione delle persone che abbiamo a bordo”.

“Le persone resistono, come noi non saremmo in grado di fare, aiutandosi le une con le altre, anche se le condizioni meteorologiche sono in peggioramento e molti sono allo stremo delle forze”, così Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch.

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