Servizi Colosseo, inchiesta su Mondadori Electa e coop

Blitz Gdf Milano, ipotesi frode fiscale e turbativa d'asta

Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato una serie di perquisizioni e acquisizioni in un’inchiesta della Procura milanese per frode fiscale e turbativa d’asta su Mondadori Electa, casa editrice che si occupa di mostre e fa parte del gruppo di Segrate, e sul consorzio di cooperative CoopCulture, in relazione alla gestione della vendita dei biglietti e dei cosiddetti ‘servizi aggiuntivi’ del Colosseo e di altri musei della Capitale.

La Gdf milanese ha effettuato oggi una serie di perquisizioni tra Milano e Roma, in particolare negli uffici di Consip. Da quanto si è saputo, il capitolo principale dell’inchiesta, con più indagati e coordinata dal pm Stefano Civardi del dipartimento guidato da Ilda Boccassini, riguarda l’ipotesi della frode fiscale. Frode che sarebbe stata realizzata dal raggruppamento di imprese (Ati, ossia associazione temporanea di imprese) costituito dalla casa editrice del gruppo Mondadori (che dal ’97 si occupa anche di mostre e servizi correlati) e da CoopCulture. Un raggruppamento che gestisce i servizi di vendita di biglietti e quelli ‘aggiuntivi’ (come le audioguide e i gadget) di una serie di siti museali, tra cui il Colosseo con i Fori Imperiali e il Palatino, un’area archeologica tra le più visitate al mondo, con oltre 7 milioni di visitatori solo nel 2017.

La frode, secondo l’accusa, sarebbe stata messa in atto attraverso un complesso meccanismo di ‘condivisione’ di utili e perdite tra le due società del raggruppamento, per effetto del quale le stesse due società non avrebbero pagato l’Iva sulle prestazioni erogate, in particolare quelle della società cooperativa per la casa editrice. Da qui il presunto raggiro ai danni dell’Erario che, secondo i pm, sarebbe andato avanti per anni. Sullo sfondo dell’inchiesta, poi, c’è la contestazione di turbativa d’asta (un capitolo che potrebbe essere trasmesso per competenza territoriale ai magistrati romani).

Questa ipotesi degli inquirenti, in particolare, è legata al bando di gara della Consip (la centrale di committenza della pubblica amministrazione) per l’affidamento dei servizi di biglietteria e di quelli ‘aggiuntivi’ per il Colosseo e per gli altri siti collegati. Un bando assegnato per anni, dal ’97 in poi, con una serie di rinnovi allo stesso raggruppamento temporaneo di imprese e anche prorogato nel 2011. Un bando, infine, annullato con una sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2017.

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