Sgombero a Tor Cervara: una bidonville nella periferia di Roma – FOTOGALLERY

Dopo lo sgombero, è partita la bonifica e la messa in sicurezza dell'area che sarà trasformata in un polo della logistica

L'area sgomberata a Tor Cervara e che era diventata un villaggio di fortuna.

Una vera e propria bidonville alla periferia est di Roma: nell’area delle ex officine Romanazzi, in via di Tor Cervara, abitano 50 persone, per la maggioranza extracomunitari. Dopo lo sgombero di ieri, è partita la bonifica e la messa in sicurezza dell’area che sarà trasformata in un polo della logistica.

Nel capannone è stato costruito un accampamento di fortuna, con baracche fatte dei materiali più disparati. Il capannone vuoto è quello che resta di una una sorta di villaggio, con tanto di negozi e bar di fortuna. Sopra una baracca c’è scritto la parola “Shop”, mentre un’altra ha un bancone che assomiglia a quello di un bar.

Di fronte all’ingresso ci sono masse di rifiuti di ogni tipo: valigie, bottiglie di plastica e di vetro, taniche di plastica, calcinacci, un carrello della spesa, pneumatici e un lavandino. Dallo stabile, vengono portati fuori anche bombole e mezzi come monopattini e motorini. Tra questi, un “Ciao” della Piaggio. “Risulta rubato due giorni fa”, ha spiegato un poliziotto. “La denuncia è stata fatta da una ragazza di 26 anni. Un altro motorino è stato rubato venti giorni fa ed è a pezzi, questo è intonso. Abbiamo ricontattato la proprietaria, sta venendo a prenderlo”, aggiunge.

Una piccola folla di persone, circa una decina, si ritrova all’ingresso poco prima dell’una. Qualcuno chiede di entrare per prendere i propri effetti. I poliziotti, inizialmente, sono categorici nel tenere fuori tutti quanti durante le operazioni di bonifica. Dopodiché concedono, due alla volta, agli ex occupanti di entrare nel capannone. E per lo più gli sgomberati portano via buste della spesa, cariche di generi alimentari e bevande. Sul posto sono presenti anche i rappresentanti della proprietà, la società Indestate. “Ringrazio a nome della proprietà tutte le forze dell’ordine intervenute, in particolare il primo dirigente del commissariato San Basilio, Ambroselli, per il lavoro svolto questa mattina”, dice l’avvocato Agostino Mazzeo.

Per quanto riguarda il futuro dello stabile “abbiamo presentato progetto di riqualificazione dell’intera area che prevede la demolizione dell’attuale fabbricato a destinazione commerciale, e la realizzazione di un edificio di 10 mila metri quadri a destinazione logistico produttiva, con una riduzione della cubatura”, spiega l’architetto Antonio Cianflone. Il progetto ha superato la conferenza dei servizi, dopo la bonifica ci vorranno 3-4 mesi per le ultime pratiche e poi inizierà la cantierizzazione.

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