In centinaia sono scesi ieri sera in piazza a Roma per protestare contro il ddl sicurezza del governo Meloni. I dimostranti si sono radunati in piazza Sant’Andrea della Valle per dare vita ad una fiaccolata, organizzata da Amnesty International Italia e dalla rete “A pieno regime – No ddl sicurezza”. Tra le bandiere di associazioni, sindacati e Anpi, in testa al corteo c’è lo striscione: “A pieno regime, contro il ddl paura”. Tra i presenti alla fiaccolata anche molti studenti, il portavoce della “Rete no ddl – A pieno regime”, Luca Blasi, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola e alcuni parlamentari di centrosinistra, come il deputato di Avs, Filiberto Zaratti e la senatrice del Pd, Cecilia D’Elia. Una mobilitazione diffusa in diverse piazze d’Italia, promossa dalla “Rete no ddl sicurezza” con lo slogan “100 mila luci contro il buio del regime”, per “continuare a costruire un fronte popolare di resistenza alle politiche autoritarie del governo Meloni”, perché “la disobbedienza civile e pacifica non è reato”, come si legge sui cartelli dei dimostranti.
Il ddl sicurezza “è un pericolo per i diritti umani e per il diritto a manifestare – ha dichiarato il portavoce della “Rete no ddl sicurezza – a pieno regime”, Luca Blasi -. E’ un attacco alla democrazia. Gli articoli contenuti in questo ddl, come sottolineano sia il Consiglio d’Europa che l’Onu, sono problematici dal punto di vista dei diritti umani perché ledono le libertà dei cittadini”. L’appuntamento di oggi, ha spiegato Blasi, “è un passaggio in tante piazze d’Italia che ci porterà fino al 4-5 febbraio a Bruxelles dove una carovana della ‘Rete no ddl’ andrà al Parlamento europeo a portare il ‘caso Italia’, perché l’Italia sta diventando come l’Ungheria. C’è una svolta autoritaria pericolosa e dobbiamo fermarla. Il governo Meloni sta esasperando gli animi e continua a provocare la piazza”, ha concluso Blasi.
Questo Ddl “preoccupa non soltanto Amnesty International, non soltanto centinaia di movimenti della società civile, ma organizzazioni internazionali, da ultimo le Nazioni Unite. Una preoccupazione, da noi condivisa totalmente, che dietro questa parola ‘sicurezza’ si celi poi un disegno repressivo di alcuni diritti fondamentali – ha aggiunto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia -. Uno tra i più importanti quello di protesta pacifica, cioè di esprimere in piazza dissenso o pensiero critico in forma pacifica. E’ un decreto che può essere chiamato ‘decreto paura’ e che, tra l’altro, aumenterà la popolazione carceraria, perché prevede nuovi reati, aggravanti, passaggi da sanzioni amministrative a reato penale; che tenderà a colpire le vulnerabilità, le marginalità, forme di resistenza assolutamente non violenta. Insomma un provvedimento contrario ai diritti umani. Noi chiediamo che ci sia un ripensamento complessivo su questo provvedimento, perché così come scritto lederà gravemente i diritti umani”, ha concluso Noury.
“Dopo la grande manifestazione dello scorso 14 dicembre, siamo di nuovo in piazza per chiedere al governo il ritiro del ddl sicurezza. Un decreto che limita la libertà delle persone e colpisce chi vuole liberamente manifestare. La sicurezza di cui abbiamo bisogno è altra: serve un lavoro stabile e sicuro e la garanzia dei posti di lavoro. Continueremo a mobilitarci, fino a quando il governo non fermerà questo provvedimento sbagliato”, ha detto il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola.