Silvio Berlusconi lascia il San Raffaele. “Anche questa l’ho scampata”

A studenti, "in bocca al lupo, ma rispetto rigoroso regole sanitarie"

“Grazie al cielo e alla professionalita’ dei medici ho superato quella che considero la prova piu’ pericolosa della mia vita”. Sono state queste le prime parole pronunciate dall’ex premier Silvio BERLUSCONI attorno alle 11.30 di oggi, all’uscita dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato fin dallo scorso 3 settembre per le complicazioni legate alla sua positivita’ al Coronavirus. Completo blu, camicia azzurra e cravatta, accompagnata dall’immancabile spilla di Forza Italia, il leader azzurro e’ sembrato in buona forma e completera’ la sua convalescenza nella sua residenza di Villa San Martino ad Arcore, in attesa dei tamponi che nei prossimi giorni certificheranno la sua completa guarigione. “Il professor Clementi del San Raffaele ha studiato il mio tampone ed e’ rimasto sorpreso dall’entita’ della carica virale, la piu’ alta delle decine di migliaia osservate al San Raffaele. Fortunatamente quando me lo hanno comunicato ero gia’ nella fase di recupero da una polmonite bilaterale che mi rendeva tra i soggetti piu’ a rischio – ha aggiunto -. Posso dire con soddisfazione che anche questa volta me la sono scampata bella”.

L’ex premier ha poi voluto ringraziare tutti quanti gli hanno dimostrato vicinanza in questo difficile periodo “a cominciare dal presidente Mattarella”. Infine, dopo aver rinnovato l’appello alla massima responsabilita’ a tutti gli italiani, il leader di Forza Italia ha voluto indirizzare un messaggio ai tanti giovani che oggi hanno ripreso ad andare a scuola. “Questa e’ una notizia positiva, un segno importante di ritorno alla normalita’, ma e’ anche un passaggio delicatissimo. Per questo voglio rivolgere a tutti gli studenti un affettuoso in bocca al lupo per l’anno scolastico che oggi comincia, ma anche un forte richiamo al rispetto rigoroso di comportamenti corretti e delle regole sanitarie. Fatelo per voi stessi, per i vostri amici, per i vostri insegnanti, per i vostri genitori e per i vostri nonni che potreste contagiare”.

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