L’estensione del territorio, non paragonabile con nessuna città italiana o europea, la sua articolazione in 15 municipi, rappresenta un modello superato che va urgentemente rivisto se si vuole arrestare un processo di divaricazione tra centro e periferia che si è accentuato negli ultimi decenni. Lo sostiene su ‘’Il Foglio quotidiano’’ Serafina Buarné, già segretaria generale del Comune di Roma e della città metropolitana, rilevando anche la complessità e l’articolazione della struttura amministrativa capitolina che non è paragonabile con nessuna altra città italiana.
In particolare la struttura amministrativa si presenta ‘’complicata – aggiunge – sotto l’aspetto del funzionamento , perché è nelle mani di una pluralità di soggetti, che in funzione del ruolo che rivestono ne determinano velocità e buon funzionamento’’. Il 49,9 per cento dei 23.113 dipendenti (nel 2018) è in forza ai municipi, il 29,2 per cento nelle strutture di supporto agli organi dell’amministrazione, mentre una piccola parte è distribuita rispettivamente il 15,6 per cento nelle strutture di linea centrali in quelle di staff – strategiche per l’attuazione delle politiche – , il 3,5 per cento nelle istituzioni e il 2,8 per cento negli uffici di scopo.
Secondo Buarnè i candidati sindaci dovrebbero tenere soprattutto conto di questi dati, dai quali dipende l’uso e quindi il successo della macchina comunale. ‘’La qualità e la incisività dell’azione amministrativa – sottolinea – non dipende solo dalla visione politica, ma dalla qualità e competenza dell’apparato amministrativo’’.
L’aspirante sindaco – conclude Buarné – deve procedere prioritariamente dall’esame della macchina su cui intende salire, qualunque sia il posto che intenda occupare : pilota, navigatore o semplice passeggero. Perché non conoscere i meccanismi della macchina e le istruzioni per l’uso comporta rischi di natura e gravità diverse’’.