Tutti morti i passeggeri del sommergibile Titan, disperso da domenica scorsa nell’Ocean Atlantico, dove avrebbe dovuto raggiungere il relitto del Titanic ad una profondità di 3.800 metri.
“Una catastrofica perdita di pressione” con “un’implosione”. Sarebbe questa la causa del disastro. La Guardia costiera degli Stati Uniti, dopo il ritrovamento dei alcuni detriti – secondo la Bbc “un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile” – , ha fornito un aggiornamento sulle operazioni in corso. Un sottomarino comandato a distanza ha rinvenuto rottami a circa 5-600 metri dal Titanic, ha detto il contrammiraglio John Mauger. I detriti sono stati analizzati dagli esperti e le famiglie dei passeggeri sono state informate. Le ricerche hanno consentito di individuare cinque frammenti in un’area relativamente ampia.
La Marina militare americana aveva rilevato già domenica, poche ore dopo l’immersione del Titan, i rumori della sua implosione. E questo grazie a un meccanismo top secret con microfoni subacquei di cui è in dotazione per rilevare la presenza di sommergibili nemici. Lo scrive il Wall Street Journal citando a condizione di anonimato funzionari che sono stati coinvolti nella ricerca del batiscafo disperso.
“La Marina degli Stati Uniti ha condotto un’analisi dei dati acustici e ha rilevato un’anomalia coerente con un’implosione o un’esplosione nelle vicinanze di dove stava operando il sommergibile Titan quando le comunicazioni sono state interrotte”, ha detto un funzionario al Wall Street Journal.
La società OceanGate proprietaria del sommergibile Titan, ritiene a questo punto non ci siano dubbi: le cinque persone che si trovavano a bordo sono morte. Si tratta dell’amministratore delegato, Stockton Rush; Shahzada Dawood, insieme al figlio Suleman; Hamish Harding; e Paul-Henri Nargeolet. “Queste persone erano esploratori nel verso senso della parola, accomunati dallo spirito di avventura e dalla passione per gli oceani e l’esplorazione: siamo vicini alle famiglie dopo questa tragedia”.
Ieri si è spenta l’ultima fragile speranza di ritrovare qualcuno in vita. L’aria respirabile a bordo del Titan si è esaurita intorno alle 12-13 del 22 giugno (orario italiano). Il sottomarino è scomparso domenica notte dopo essersi immerso per perlustrare il relitto della celebre nave, naufragata il 15 aprile 1912 durante il suo viaggio inaugurale a causa della collisione con un iceberg. A nulla sono valse le ricerche.
L’immersione per esplorare il transatlantico – che dura in media tra le dieci e le dodici ore – avviene a 3.800 metri di profondità e 640 chilometri di distanza dalla costa dell’isola di Terranova. Anche nel caso fosse stato recuperato il sommergibile dal fondo dell’oceano, secondo gli esperti ci sarebbero volute circa quattro ore per riportarlo in superficie e aprire il portellone.
La Casa Bianca ha espresso “vicinanza alle famiglie delle cinque persone che hanno perso la vita sul Titan”. In una nota si legge che “negli ultimi giorni hanno attraversato un calvario straziante e li teniamo nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere”. La Casa Bianca ha quindi voluto esprimere il suo ringraziamento nei confronti dei sub e di tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche del batiscafo disperso.