Spedizione punitiva al San Camillo: medici e infermieri chiedono forze dell’ordine in ospedale

Nota congiunta di Antonio Magi e Maurizio Zega. Nei pronto soccorso "si verificano con maggior frequenza gli atti di violenza"

Foto dalla pagina Facebook

“Quanto accaduto lunedì scorso presso il pronto soccorso dell’Ospedale San Camillo è molto grave ma è solo l’ennesimo episodio di violenza che, pur senza il coinvolgimento diretto di operatori sanitari, dimostra l’importanza e l’urgenza di tornare a dotare questi luoghi di prima accoglienza dei presidi di pubblica sicurezza”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi e il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Roma Maurizio Zega, commentando l’aggressione avvenuta all’interno dell’ospedale romano.

I fatti sono accaduti il 19 settembre scorso: 25 nomadi hanno partecipato alla spedizione punitiva decisi a dare la caccia al ragazzo e alla ragazza rei di averli redarguiti. Una parte del gruppo ha atteso la donna fuori dall’ospedale: appena esce la picchiano non lasciandole scampo. Alla fine avrà una prognosi di sette giorni. Altri nomadi invece si sono diretti verso il pronto soccorso per cercare il ragazzo salvato però dall’arrivo dei carabinieri.

“Come Ordini dei Medici e degli Infermieri – aggiungono – vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai colleghi della struttura e torniamo a chiedere con forza la presenza delle forze dell’ordine nei pronto soccorso perché è lì che si verificano con maggior frequenza gli atti di violenza. Vogliamo anche ringraziare – concludono Magi e Zega – il corpo dei carabinieri che con il suo intervento ha evitato che altre persone venissero coinvolte in questa aggressione, tra queste sicuramente il personale sanitario, i medici e gli infermieri che hanno medicato la coppia aggredita”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014