Anche a Roma, decine sono state le iniziative, soprattutto nelle scuole, contro lo speco alimentare. Supera infatti i 15 miliardi l’anno l’usanza di buttare cibo in Italia, lo 0,88% del Pil di cui quasi l’80% avviene dentro le mura domestiche. Pane e verdure fresche sono fra gli alimenti più spesso buttati, ma a pesare sulla pattumiera sono bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta senza nemmeno essere stati consumati dal progetto 60 Sei ZERO dell’Università di Bologna con il Ministero dell’Ambiente e la campagna Spreco Zero dello spin off Last Minute Market.
Nell’”auditorium della Salute” della Fondazione Empam si è svolta una vera ‘lezione’ di educazione e prevenzione allo SPRECO alimentare e una dimostrazione di buone pratiche. L’appuntamento, promosso dall’Enpam insieme al Municipio Roma I Centro e alle Acli di Roma e Provincia, è rientrato nelle manifestazioni ufficiali della VI Giornata Nazionale di Prevenzione allo SPRECOAlimentare promossa dalla campagna spreco Zero e dal progetto 60 Sei Zero del ministero dell’Ambiente e Università di Bologna – Distal. La giornata si è aperta con una ‘lezione’ di educazione e prevenzione allo SPRECO alimentare rivolta ai giovanissimi alunni di una prima media dell’IC Daniele Manin di Roma.
A seguire la dimostrazione di un gruppo di studenti dell’Istituto Alberghiero Gioberti di Roma, impegnati nella preparazione e presentazione di piatti realizzati con cibo di recupero dalle eccedenze e dai prodotti a ridosso di scadenza.
Per il presente dell’Empam Olivetti “è un paradosso che la frutta e la verdura, che sono in testa alla classifica degli sprechi, risultino essere anche il cibo che manca ai nostri figli che più che in altri Paesi europei risultano affetti da sovrappeso o obesità – sottolinea Oliveti – Credo che la risposta sia di tipo culturale: è vero che siamo quello che mangiamo ma è vero anche che mangiamo per quello che percepiamo e per quello che è il livello di cultura. Una cultura contro lo spreco credo sia una cultura per il buon vivere”.
Secondo il presidente dell’associazione Last Minute Market Segrè, l’educazione alimentare è ”fondamentale” per prevenire gli sprechi alimentari. “Siamo convinti – dice – ancora di più che l’educazione alimentare debba rientrare nei programmi scolastici a partire dalle elementari: soltanto con la consapevolezza, con la responsabilità, con il sapere che il cibo ha valore, non si spreca”.
E ne sono convinti anche gli italiani: stando ai dati dell’ultimo rapporto Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, più di 7 italiani su 10 ritengono l’educazione alimentare utile nel contrasto al food waste. “Una delle cause più importanti che sta alla base dello SPRECO alimentare domestico è proprio la ‘mala-educazione‘ o la non conoscenza del cibo, da dove viene, chi lo produce, quali sono le risorse che vengono impiegate – continua Falasconi – Questo porta spesso a non dare il giusto valore, non solo economico, al cibo stesso: quindi riportare l’educazione all’interno delle famiglie e soprattutto nelle scuole crediamo sia la chiave di volta per ridurre lo spreco domestico”.