Stadio Roma: inchiesta chiusa, Parnasi e Lanzalone verso processo

Insieme ad altre 18 persone. Sotto le lente dei pm il giro di favori e consulenze per il sì all'opera a Tor di Valle

Luca Parnasi

La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Rischiano di finire sotto processo venti persone tra cui l’imprenditore Luca Parnasi l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone, l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del Pd Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.

In particolare, quest’ultimo,  nell’ambito delle procedura amministrativa legata al nuovo stadio della Roma, avrebbe “abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale”, scrivono i pm della Procura di Roma. “Prosperetti chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente soprintendente per l’apposizione del vincolo monumentale sul ippodromo Tor Di Valle abusando della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale, previi accordi con Paolo Desideri – è detto nel provvedimento – induceva indebitamente Luca Parnasi ad attribuire a Paolo Desideri l’incarico professionale di ‘progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex Ippodromo Tor Di Valle’,per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto al Desideri, quale adempimento necessario al fine di richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo”. La Procura nota altresì che il vincolo “avrebbe paralizzato o comunque rallentato il procedimento per l’approvazione del progetto immobiliare denominato ‘Nuovo Stadio della Roma’, presentato dalla Eurnova Srl” e che Desideri aveva “un rapporto di collaborazione professionale con la figlia (di Prosperetti, ndr) Beatrice”.

Per quanto riguarda l’imprenditore Luca Parnasi, insieme ai suoi cinque collaboratori,  avrebbe creato una associazione a delinquere “allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”, scrivono i pm. Il gruppo criminale, secondo l’impianto accusatorio dei magistrati, avrebbe “avvicinato pubblici ufficiali” e “compiuto operazioni di intermediazione illecita” con la “promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità”. In questo quadro Parnasi si è ritagliato il ruolo di “capo ed organizzatore” dell’associazione a delinquere.

Nel procedimento si ipotizzano, inoltre, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. Rischiano di finire sotto processo anche i collaboratori di Parnasi, Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Naboor Zaffiri, Gianluca Talonee Simone Contasta. L’atto di chiusura delle indagini riguarda anche Davide Bordoni, consigliere comunale di Forza Italia, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice della Pixie SocialMedia di cui Palozzi era amministratore di fatto. E ancora: Giampaolo Gola assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone. Rischiano il processo anche Stefano Sonzogni, Mariangela Masi e Claudio Santini, ex capo di gabinetto al Mibact.

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