La stragrande maggioranza delle scuole è aperta a Roma, dopo il terremoto di ieri. I tecnici comunali e della Città metropolitano hanno effettuato verifiche sugli edifici che in passato hanno dato più problemi o che hanno danni permanenti. Ma va detto che circa il 30% degli edifici scolastici romani ha problemi strutturali, o presenta danni alla facciata, ai cornicioni, alle finestre, agli intonaci.
I presidi sono sul chi va là. Al liceo classico Visconti scrivono sul sito: “Se dovessero ripetersi i fenomeni sismici che in questo periodo si stanno verificando nel centro Italia, si avvisano le famiglie che, qualora si stimasse opportuno, potrebbe essere necessario disporre l’uscita anticipata dalla scuola degli studenti”.
Al liceo Scientifico Tullio Levi Civita si informa che“gli studenti che per effettuare ulteriori controlli sull’agibilità dell’edificio scolastico, domani 19 gennaio entreranno tutti in seconda ora alle 9.20. I docenti in servizio dovranno già trovarsi in aula alle ore 9.00 per ragioni di sicurezza”.
Alla elementare Carducci a San Giovanni, il personale della scuola è andato subito a verificare i vetrini che da qualche settimana sono stati messe sulle crepe in palestra, provocate alcuni fa, sembra dai lavori della metro C. “I vetrini non si sono mossi – dicono dalla scuola – Se ci fosse stato un cedimento avremmo subito dovuto avvertire i Vigili del Fuoco”.
Il sentimento dei genitori è altalenante. “Ieri sono corsa a scuola non appena ho avvertito la scossa – dice una mamma del Cavour– Ho preso mio figlio perché ritengo che nel caso di un terremoto sia necessario prendere tutte le precauzioni necessarie, soprattutto nel centro storico”.
“Sono andata a prendere mia figlia perché avvertita via Whatsapp – dice un genitore della Borghi – ma secondo me l’allarmismo è eccessivo, anche perché da quanto ne so nessuna scuola ha avuto danni. Per noi che invece che siamo dovuti scappare dall’ufficio è stato un grosso problema”.