“Indossate la mascherina anche all’aperto”, c’è scritto sui volantini che distribuiscono all’entrata del consorzio Tor San Lorenzo Lido, conosciuto come “la sbarra”, sul lungomare di Ardea. In questi giorni – scrive ‘Il Messaggero’ – l’Asl Roma 6 ha rilevato 2 diversi cluster Covid. Quanto basta perché il timore di una quarantena di massa si propaghi tra le 2mila abitazioni, quasi tutte seconde case popolate dai romani in vacanza. Di fatto, è un quartiere periferico della Capitale nei mesi estivi.
Pensionati, famiglie, ragazzi che trascorrono le giornate tra la spiaggia e il campo di calcetto. Facile contagiarsi. Finora sono 7 le persone risultate positive all’interno del consorzio, tutte di età compresa tra i 20 e i 25 anni, appartenenti a due diverse famiglie. Altri 15 sono in quarantena, tutti contatti stretti dei positivi.
E i sanitari hanno in programma una nuova batteria di tamponi. C’è l’ipotesi di una mini-zona rossa, come avvenuto nel campeggio di Fondi a luglio? “Aspettiamo l’esito dell’indagine epidemiologica in corso”, commenta l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Nel frattempo, da ieri mattina, ogni persona che entra all’interno del consorzio riceve un volantino con le raccomandazioni per contenere i focolai.
Il dirigente del Servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Asl Roma 6, Roberto Giammattei, ha raccomandato agli amministratori del consorzio di “segnalare l’opportunità di indossare la mascherina anche all’aperto e assicurare negli spazi comuni la puntuale sanificazione degli ambienti”. Il consorzio dovrà poi “applicare e potenziare ovunque in maniera rigorosa tutte le misure anti-Covid previste dalla normativa vigente, evitando ogni possibile assembramento anche all’aperto”.
Ieri mattina, in questa popolosa frazione di Ardea, 20mila abitanti, a 25 chilometri da Ostia, circolava l’ipotesi di una stretta modello Ponza o Circeo. In queste due località, dopo i focolai di luglio, i sindaci hanno disposto l’obbligo di mascherina all’aperto. Ma per ora, spiega il sindaco di Árdea Mario Savarese, “non ritengo necessario emettere un’ordinanza restrittiva, che renda obbligatorio l’utilizzo di protezioni all’esterno. È fondamentale però raccomandare il rigoroso rispetto delle direttive anti-Covid”.
Tra i consorziati è partita la caccia al caso zero . Ma il problema sembra essere un altro; è complicato ricostruire quanti siano effettivamente i contagiati, dato che nella località quasi tutti sono proprietari di seconde case. E molti sono rientrati in città.