Dopo il flop del primo settembre quando le iniziative contro l’obbligo del Green pass sui treni andarono pressoche’ deserte, ieri il popolo del “No” e’ tornato in piazza. Ma il risultato e’ simile: poche centinaia di persone a cortei e sit in organizzati in oltre cento citta’.
Un coro ben scandito – “no green pass” – ha chiuso la protesta che ha chiamato in piazza del Popolo a Roma, ieri sera, circa 250 manifestanti, rimasti anche sotto un paio di acquazzoni. Un presidio che, secondo gli organizzatori, “serve ad evitare la guerra civile”.
In queste ore si sono alternati diversi interventi che oltre a richiamare i temi cari ai no vax e ai no green pass, come la “dittatura sanitaria” e “l’incostituzionalita’ del certificato verde”, sono serviti per manifestare le ambizioni politiche di un movimento che inizia a contarsi anche attraverso questi appuntamenti di piazza.
A parlare pure Gilberto Trombetta, candidato sindaco di Riconquistare l’Italia, mentre in piazza erano presenti esponenti di Forza Nuova, come Roberto Fiore e Giuliano Castellino.
Anche per questo sabato l’organizzazione delle manifestazioni e’ avvenuta con il “passaparola” attraverso i social network e Telegram, il servizio di messaggistica dove sono attivi molti canali della galassia antivax finiti all’attenzione anche di alcune procure. Il gruppo “Basta dittatura”, che conta oltre 42 mila contatti, resta punto di riferimento della galassia del popolo del No. Nella chat si invitano le forze dell’ordine a non ostacolare le proteste. “Non siate complici di questa dittatura oligarchica – si afferma in un messaggio -, unitevi al popolo”.
Ma contro la violenza si e’ schierato il cardinale Parolin. “Non capisco perche’ ci si debba imporre con la violenza davanti a queste cose: l’unico modo per uscire da questa situazione e’ parlarsi, dare le motivazioni per cui e’ opportuno vaccinarsi quale soluzione alla pandemia. Certo – ammette – e’ una via lunga che richiede pazienza, soprattutto di fronte a derive violente che io non capisco”.