Presidi di polizia negli ospedali di Roma e nell’area della città metropolitana (Anzio, Nettuno e Civitavecchia) per contrastare le aggressioni al personale medico e infermieristico: è quanto disposto dal nuovo piano di sicurezza, a seguito della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto di Roma, Bruno Frattasi. Da domani il dispostivo sarà operativo in diversi ospedali della Capitale: dal Sant’Andrea – teatro di recenti aggressioni a due medici – al San Camillo, dal Campus Bio medico al Sal Giovanni, dal Grassi al San Filippo Neri.
Saranno 18, secondo il piano messo a punto dalla Questura di Roma, i presidi che verranno riattivati e che rimarranno operativi dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, con un operatore per ogni turno e con possibilità di protrarre l’orario di servizio fino alle 23, in base a un programma di lavoro straordinario. Nelle fasce serali e notturne, sarò assicurato un servizio di vigilanza con le autoradio delle forze di polizia che effettueranno, nei vari nosocomi, frequenti passatti e soste. La decisione – si legge in una nota della Prefettura capitolina – “dà seguito e concreta aplicazione alle direttive del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in merito alla particolare attenzione da rivolgere alle esegenze di sicurezza dei presidi ospedalieri, spesso teatro di incresciosi episodi di violenza”.
“Apprezzo il nuovo Piano di sicurezza a seguito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica disposto dal Prefetto Frattasi. Tale piano va incontro alle richieste fatte nei mesi scorsi alla luce dei frequenti episodi di aggressione al personale sanitario. Garantire la sicurezza nei principali ospedali di Roma e della sua area metropolitana è essenziale ed auspico che vengano estesi nel tempo anche al resto della Regione”. Lo dichiara Alessio D’Amato candidato alla presidenza della Regione Lazio.
Secondo i sindacati, tuttavia, si tratta di un primo passo timido verso la risoluzione di un problema più ampio e che non riguarda soltanto la sanità ma diversi settori del lavoro pubblico. “Siamo contenti che vengano ripristinati i controlli negli ospedali, perché quella era un’emergenza, ma il problema è il sovraffollamento nei pronto soccorso. Per questo, occorre investire nel servizio sanitario e nella valorizzazione del personale, tramite assunzioni e aumentando i posti letto, potenziando anche quei servizi territoriali che permettono di filtrare gli accessi impropri nei pronto soccorso”, afferma il segretario generale della Fp Cgil, Giancarlo Cenciarelli, interpellato da “Agenzia Nova”. Dello stesso avviso è Giancarlo Cosentino, segretario della Fp Cisl Roma: “Un provvedimento che noi salutiamo con soddisfazione ma che non riteniamo esaustivo per la sicurezza degli operatori. Su questo vorremmo anche un confronto con il prefetto per poter meglio calibrare per le attività che intende mettere in campo. Creare una condizione di sicurezza attraverso presidi di polizia è importante, ma dovrebbe essere h 24 e in tutte le strutture”, spiega Cosentino.
Dato importante è che – quello delle aggressioni e degli insulti – “è un problema che purtroppo si sta generalizzando ad altri servizi pubblici”, spiega il segretario generale della Uil Fpl, Sandro Bernardini. “Capisco che non si possa mettere un poliziotto su tutti i servizi pubblici, ma c’è bisogno di una figura che sia nelle condizioni di poter assicurare l’incolumità di chi lavora e anche dell’utenza ”, conclude. “Chiunque indossa divisa o lavora in un servizio pubblico oggi viene visto come il colpevole dell’inefficienza di quel servizio, e su di loro si scarica l’insoddisfazione degli utenti – sottolinea il segretario della Fp Cgil Roma -. Ma di tante delle inefficienze non hanno colpa dei lavoratori, che spesso lavorano in condizioni disagiate. Questo è anche frutto – osserva Cenciarelli – di un clima sociale sempre più disgregato, avvelenato, e se è passato per anni il mantra del dipendente pubblico fannullone e burocrate, poi l’utente si sente legittimato a compiere azioni di questo tipo. La politica, in questo, ha accumulato tante responsabilità”.
Sulla necessità di presidiare i servizi pubblici, a partire da quelli sanitari, con forze di polizia è d’accordo anche il sindacato che rappresenta il personale di polizia nel Lazio. Per Antonio Patitucci, segretario Silp Cgil Lazio, la scelta del ministro Piantedosi “la condividiamo perché si parla di presidi di sicurezza in contesti sensibili come gli ospedali. L’incremento sperato del personale nei commissariati non c’è stato e resta l’emergenza di sottorganico e, in particolare, dei sott’ufficiali”. Intanto l’operazione di presidiare gli ospedali, secondo il sindacalista, è stata possibile anche grazie all’arrivo alla questura capitolina “qualche settimana fa, di 50 nuovi agenti di polizia. Il questore Carmine Belfiore ha rimodulato quelle assegnazioni facendo la scelta strategica di riaprire i presidi di polizia negli ospedali, anziché distribuire un agente per ciascuno dei 49 commissariati di Roma e provincia; scelta, quest’ultima, che non avrebbe certamente risolto nessun problema”