Un romano potrebbe essere il prossimo presidente della Conferenza Episcopale Italiana, la CEI. I vescovi infatti sono riuniti in questi giorni a Roma, e tra i temi all’ordine del giorno c’è anche la successone al cardinale Gualtiero Bassetti, attuale presidente, che scadrà a maggio. E chi gli succederà sulla poltrona più alta della CEI lo si starebbe decidendo in queste ore.
In pole per diventare presidente ci sono Augusto Paolo Lojudice, ora arcivescovo a Siena; Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna; Gianpiero Palmieri, da poco inviato nella diocesi di Ascoli. Tre pastori nati e cresciuti a Roma, tre persone molto vicino ai fedeli, e che hanno dimostrato di saper incarnare il principio di Chiesa in uscita che tanto piace a Papa Francesco. Dunque, il meccanismo prevede che l’assemblea consegni una terna pontefice, che poi deciderà chi nominare. Ora, è probabile che ad entrare nella terna non saranno tutti e tre, ma almeno un paio pare possibile.
Zuppi, molto vicino a Sant’Egidio, si sta mettendo in luce a Bologna per la sua apertura ai non credenti. Palmieri, fino a ottobre era il vicegerente a Roma e responsabile della parte est della città, tra le più difficili. Lojudice ha sempre avuto un rapporto molto stretto con tante parrocchie romane.
In piena quarta ondata di Covid e di fronte ai contagi che non accennano a rallentare, serve più senso di responsabilità e nessuna frattura. E’ la richiesta della Cei alla politica.”Le notizie che giungono dai Paesi vicini sono tutt’altro che confortanti”, mette in guardia il cardinale presidente, Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, che per il Covid ha rischiato di perdere la vita, “serve un surplus di responsabilità da parte di tutti”: “Proprio adesso è necessario fare quello sforzo ulteriore che ci aiuterà a superare il secondo inverno difficile nel nostro Paese e in tutto il mondo. La divisione in fronti contrapposti indebolisce sia la tenuta della società sia il cordone sanitario che ci ha permesso di salvaguardare i più fragili e di contenere significativamente il numero delle vittime”, è il monito.
Per la seconda volta dallo scorso anno i vescovi italiani si riuniscono in presenza, nella 75esima assemblea generale, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia: “Abbiamo come sentito il bisogno di serrare i ranghi per accrescere quella sintonia tra di noi e quella unità di intenti, che ci devono contraddistinguere come Chiesa in Italia. Stare nuovamente insieme ci rallegra e ci consente di raccogliere con nuova lena le sfide che ci riserva l’attuale fase dell’umanità”, commenta. Nella sua lunga introduzione, Bassetti ringrazia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in scadenza di mandato “per il servizio reso al Paese in questi sette anni