Truffa specchietto ed estorsioni ad anziani, 4 arresti a Roma

Il giro d'affari dei soggetti è stimato attorno ai 30 mila euro al mese

Attuavano la truffa dello specchietto e poi continuavano a tormentare le vittime estorcendogli del denaro, per un giro d’affari di circa 30 mila euro al mese. Per questo motivo, i carabinieri della compagnia Roma San Pietro, nei comuni di Roma e Sarno (SA), hanno arrestato quattro italiani, tutti sottoposti agli arresti domiciliari, ritenuti a vario titolo e in concorso tra loro responsabili di truffa ed estorsione. Le indagini dei carabinieri della Stazione Roma San Pietro sono state dirette dal Gruppo reati gravi contro il patrimonio della Procura di Roma e costituiscono il frutto degli approfondimenti eseguiti all’indomani di una denuncia sporta da un 84enne, inizialmente vittima della cosiddetta truffa dello specchietto e successivamente soggetto ad estorsione.

In particolare, grazie agli elementi informativi forniti dalle vittime e alle comparazioni fotografiche eseguite, e’ stato possibile identificare un gruppo di malviventi di base a Roma ed operanti in varie aree della Capitale, che agganciavano e colpivano i soggetti prescelti, principalmente anziani, che venivano coinvolti in finti incidenti stradali e successivamente indotti, con artifici, raggiri e talvolta con minacce, a corrispondere somme di denaro per dirimere bonariamente la controversia. Complessivamente, nel corso dell’attivita’, avviata nel settembre 2017 e conclusa nel luglio 2018, e’ stato possibile ricostruire complessivamente 22 episodi, in danno di 10 vittime ed arrestare in flagranza di reato 7 persone. Il giro d’affari dei soggetti e’ stimato attorno ai 30 mila euro al mese.

Lo schema era sempre lo stesso: gli indagati facevano notare il danno arrecato alla propria auto da quella della vittima, nella maggior parte dei casi lo specchietto, trattandosi della parte piu’ sporgente. Da un’auto ferma o che marciava piu’ lentamente, veniva lanciato qualcosa che arrivava sulla fiancata dell’auto del malcapitato di turno, provocando un rumore piu’ o meno percettibile. Successivamente, l’auto dei truffatori si accostava e chiedeva alla vittima di constatare il danno.

Il passo successivo consisteva nel richiedere al malcapitato un risarcimento in denaro per evitare trafile burocratiche e la compilazione del modulo per la Constatazione amichevole d’incidente. I truffatori – in alcune circostanze in modo minaccioso prospettando ritorsioni, vantando la conoscenza o il rapporto di parentela con membri di noti clan malavitosi – chiedevano una somma per i danni prospettati, anche di tipo fisico come la falsa rappresentazione di uno stato di gravidanza della donna coinvolta e il conseguente danneggiamento del feto.

In alcuni casi, le vittime, a distanza di tempo, in virtu’ della condizione di soggezione psicologica in cui erano venute a trovarsi anche a causa dell’avanzata eta’ o del precario stato di salute, continuavano a subire pressioni e minacce volte ad ottenere ulteriori dazioni per la risoluzione della vicenda. In un caso ad un avvocato e’ stato estorto denaro contante pari a 50.000 euro per il risarcimento dei danni immaginari ad un orologio, ad una fede nuziale e ad una mano nel corso di un incidente stradale simulato dagli indagati.

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