Trump firma sanzioni contro Turchia, Italia blocca export armi

Mentre Erdogan sul Wall Street Journal sostiene le sue ragioni sull'offensiva militare contro i curdi

Sit-in di protesta a Roma della comunità curda contro l'attacco militare della Turchia nel nordest della Siria.

 

Trump ha firmato ieri sera il decreto con cui dà il via libera alle sanzioni Usa alla Turchia per l’attacco in Siria: colpiscono il ministro della Difesa, Hulusi Akar, il ministro dell’Interno, Suleyman Soylu, e il ministro dell’Energia, Fatih Donmez, oltre ai ministeri della Difesa e dell’Energia nel loro insieme.

Nelle prossime ore la Farnesina darà il via libera al decreto ministeriale sullo stop all’export delle armi dall’Italia alla Turchia, che riguarderà però solo i nuovi contratti.

Da parte sua il presidente turco Recep Tayyip Erdogan pubblica un editoriale sul Wall Street Journal per sostenere le sue ragioni sull’offensiva militare contro i curdi nel nord-est della Siria.

“La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati” dalla Siria”, chiarisce Erdogan. “La Turchia sta intervenendo dove altri hanno mancato di agire”, è il titolo scelto dal leader di Ankara per il suo intervento sul quotidiano americano.

“I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l’instabilità ci hanno spinto ai limiti della nostra tolleranza”, scrive Erdogan, che ricorda l’impegno del suo Paese nell’ospitare 3,6 milioni di rifugiati siriani e rivendica di aver speso “40 miliardi di dollari per offrire loro educazione, assistenza sanitaria e alloggio”.

Tuttavia, insiste, “senza supporto finanziario internazionale non possiamo impedire ai rifugiati di andare in Occidente”. Erdogan spiega quindi di aver deciso l’offensiva in Siria dopo aver “concluso che la comunità internazionale non avrebbe compiuto i passi necessari” ad affrontare la situazione. “Ci assicureremo che nessun combattente dell’Isis lasci il nord-est della Siria”.

 

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