Turismo a Roma: Onorato chiede al governo di tutelare il centro storico. “Bloccare aperture nuovi b&b”

"Serve una legge nazionale per regolare il fenomeno", spiega l'assessore capitolino che chiede un blocco di almeno 2-3 anni

I turisti in centro

Bloccare l’apertura di nuovi b&b nel centro storico di Roma per almeno tre anni. È la richiesta che l’assessore capitolino al Turismo Alessandro Onorato fa al governo di Giorgia Meloni. Ne scrive oggi il dorso romano de La Repubblica, riportando il grido di allarme dei residenti per la crescita incontrollata di strutture ricettive extralberghiere nel centro della Capitale.

“Abbiamo fatto ripartire il turismo, con numeri da record che hanno generato enormi ricadute economiche per la città e nuovi posti di lavoro, e adesso lo dobbiamo rendere sostenibile per Roma e gli abitanti. Il problema è che i comuni italiani non possono bloccare le aperture di nuovi b&b o case vacanze: il Governo deve dare alle amministrazioni locali l’autonomia di poter decidere. Oggi – dice Onorato a Repubblica – possiamo limitare il numero di ristoranti, ma non possiamo impedire nuove aperture di strutture extralberghiere. Vorremmo porre un freno, magari per 2 o 3 anni, nel sito Unesco di Roma per tutelare il centro storico, il diritto alla residenzialità e un artigianato che ci viene invidiato in tutto il mondo”.

“Il Cin introdotto dal Governo non basta – sottolinea Onorato – non è altro che un’iscrizione a un albo che rilascia la Regione: una struttura abusiva, o non agibile per i parametri del Comune, lo potrebbe ottenere. È anche assurdo non poter diversificare il contributo di soggiorno in base al quartiere della struttura: chi alloggia in un hotel a Piazza di Spagna non può pagare la stessa cifra che spende un turista in quartieri più lontani. Noi abbiamo iniziato a collaborare con AirBnb per incrociare i dati e fare accertamenti mirati. Solo negli ultimi due anni abbiamo effettuato oltre 10 mila verifiche, più di quante ne erano state fatte nel decennio precedente al nostro arrivo. Ma serve una legge nazionale per regolare il fenomeno”.

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