Ucciso durante inseguimento sul Gra, condannato agente che sparò

Appello Roma, 8 mesi per omicidio colposo. In primo grado assolto

Sicurezza

Un inseguimento iniziato sulla Tuscolana e finito sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Finito con colpi di pistola e la morte dell’uomo che fuggiva. A sparare un poliziotto che voleva fermare l’auto di Bernardino Budroni, il giovane fu raggiunto da un proiettile e morì. Era il 30 luglio del 2011 e Budroni fuggiva dalla polizia chiamata dall’ex fidanzata che lo accusava di stalking.

Oggi l’agente Michele Paone è stato condannato a otto mesi di reclusione; i giudici d’appello hanno ribaltato la sentenza del giudice monocratico capitolino che nel luglio di quattro anni fa lo aveva assolto con la formula ‘perché il fatto non costituisce reato’, riconoscendo l’uso legittimo dell’arma. In sostanza, il giudice di primo grado ritenne che l’azione dell’agente era stata “adeguata e proporzionata all’entità della situazione”.

Oggi, il ribaltamento e una composizione dei reati complessa. La condanna, infatti, è stata pronunciata per omicidio colposo con eccesso colposo dell’uso legittimo delle armi putativo e per un evento diverso da quello voluto. Era il 30 luglio 2011, nel cuore della notte, quando Budroni morì sul Gra di Roma. Era stato appena rintracciato dagli agenti, intervenuti dopo l’ennesima segnalazione al 113 fatta dalla sua ex fidanzata. Poco prima, aveva tentato di entrare nell’appartamento della ragazza, in via Quintilio Varo, minacciando di sfondare la porta. L’ex, terrorizzata, si era barricata in casa e aveva chiamato la polizia; quando lui si era allontanato, ci fu la corsa al Commissariato per sporgere denuncia. Nulla però era finito.

Nel corso della notte Budroni ritornò sul posto, tentò di aggredire il padre della ex, prese a martellate l’ascensore. All’arrivo della polizia, il culmine della storia: in rapida successione ci fu il tentativo di scappare, l’ingresso nel Raccordo anulare e l’inseguimento per venti chilometri. Budroni fu raggiunto da un colpo di pistola sparato dall’arma d’ordinanza di Paone; il proiettile lo colpì al fianco, mentre la sua auto si schiantava sul guardrail. L’agente Paone fu prima indagato e poi portato a processo. Il dibattimento di primo grado si chiuse con la sua assoluzione. In appello, tutto riaperto. La volontà di fare definitiva chiarezza sull’episodio ha portato i giudici a disporre una maxiperizia ad accertare la dinamica dei fatti e far luce sulla morte di Budroni. La conclusione oggi, con il ribaltamento della sentenza: l’agente è passato dall’assoluzione alla condanna per omicidio colposo.

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