Ucraina: occhi puntati sull’annunciata tregua a Mariupol

Mosca si è detta pronta ad un cessate il fuoco temporaneo, per un corridoio umanitario, e la vicepremier ucraina Iryna Vereshcuk ha annunciato l'invio da parte di Kiev - che oggi ha nuovamente denunciato l'uso di proiettili al fosforo, sparati nella regione di Donetsk - di 45 autobus verso Mariupol, spiegando che sono stati concordati corridoi anche per Melitopol e per Energodar

Occhi puntati sull’annunciata tregua a Mariupol, colpita da settimane dai bombardamenti russi, mentre si guarda ai prossimi passi possibili nel negoziato per la pace fra Mosca e Kiev, con la Turchia che annuncia che i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina potrebbero incontrarsi entro due settimane.

Mosca si è detta pronta ad un cessate il fuoco temporaneo, per un corridoio umanitario, e la vicepremier ucraina Iryna Vereshcuk ha annunciato l’invio da parte di Kiev – che oggi ha nuovamente denunciato l’uso di proiettili al fosforo, sparati nella regione di Donetsk – di 45 autobus verso Mariupol, spiegando che sono stati concordati corridoi anche per Melitopol e per Energodar. La tregua potrebbe dare respiro agli abitanti della città portuale ucraina, dove ieri erano stati colpiti anche un edificio della Croce Rossa e la sede della missione Ue. Ma il sindaco di Irpin, nell’oblast di Kiev, ha detto che metà della città è stata distrutta. E almeno una persona è morta e tre sono rimaste ferite in bombardamenti su Derhachi, nella regione di Kharkiv, dove dopo giorni sono stati recuperati dalle macerie i cadaveri di un bimbo di 11 anni e di sua madre, mentre sale a 16 il numero delle vittime del raid contro l’edificio dell’ amministrazione regionale di Mykolaiv.

Le truppe di Kiev riguadagnano però terreno Chernihiv, e secondo lo spionaggio di Londra si ha notizia del morale basso fra i soldati russi, alcuni dei quali si sarebbero rifiutati di eseguire gli ordini, avrebbero sabotato la propria attrezzatura e addirittura abbattuto accidentalmente uno dei propri aerei. Domani prevista la ripresa del negoziato online, ma dopo il gelo del Cremlino a proposito dei colloqui in Turchia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riguardo gli annunci russi circa una de-escalation dice di non credere a nessuno e che per il momento non c’è nulla di concreto. Rivolgendosi poi al Parlamento australiano, dice che non si è mai visto un Paese iniziare una guerra dichiarando apertamente la schiavitù o distruzione di un altro. Secondo Kiev, il destino della sicurezza globale si decide ora e se Mosca non viene fermata altri Paesi faranno lo stesso. E occorrono nuove sanzioni contro il ‘ricatto nucleare’ russo. Sul fronte economico, mentre l’Europa ha un avvio con un cauto rialzo, il rublo recupera sul dollaro e torna a valori pre-invasione, beneficiando dell’ipotesi non esclusa dalla Cina di usare rubli o yuan nel commercio di fonti energetiche.

Le quotazioni del petrolio sono in netto calo sulla scia di una possibile decisione della Casa Bianca di sbloccare per gradi circa un milione di barili al giorno dalle riserve strategiche per abbassare i prezzi della benzina, aumentati dopo l’invasione. In Europa, la Bce fa sapere che sta monitorando il settore bancario, e l’impatto della guerra ‘appare gestibile’ grazie alla forte posizione di capitale e liquidità. Francoforte è comunque pronta a misure di vigilanza su singole banche, se la situazione dovesse deteriorarsi: il faro dell’ Eurotower è puntato sui possibili effetti secondari derivanti dalla fiammata dei prezzi energetici e delle materie prime, nonché dalle sanzioni. (

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