Due le manifestazioni previste per domani, a Roma, per protestare contro la guerra in Ucraina. In piazza Santi Apostoli, a partire dalle 10, sono attese circa mille persone per un sit-in organizzato dalla Cgil. Sempre alle 10, in piazza Testaccio, è in programma un sit-in organizzato da Pd, Sinistra Italiana e Comitato promotore Anpi Testaccio.
“Come organizzazioni sindacali – dichiarano in una nota Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale Rieti e Uil Lazio – sin dai primi momenti di questa crisi, abbiamo seguito l’escalation della situazione e ora che la guerra e’ drammaticamente conclamata in tutta la sua violenza chiediamo al governo italiano e alle istituzioni europee una fermezza assoluta nel perseguire le vie della diplomazia e dei negoziati”.
“La pace – proseguono – dovra’ essere l’unico obiettivo ed e’ una domanda che sale dalla societa’ civile, da tutti noi, come e’ evidente dal moltiplicarsi di sit in, presidi, fiaccolate in tutto il paese: nel corso del prossimo weekend saranno moltissime le iniziative lanciate in tutta Italia per chiedere un immediato cessate il fuoco. Rispondere con sanzioni e’ l’unica strada percorribile insieme alle trattative diplomatiche che mai dovranno interrompersi, cosi’ come e’ contestualmente urgente sostenere la popolazione ucraina”, concludono.
“Tutti dobbiamo concorrere alla pace: l’attacco all’Ucraina da parte delle forze russe è un atto ingiustificabile ed è una violazione dei trattati internazionali e dei più importanti valori che sono alla base dell’Europa”. Così le Acli nazionali, confermano la loro presenza in piazza Ss. Apostoli, insieme a tante altre associazioni e alle cittadine e ai cittadini di buona volontà, per dire no alla guerra. Tutti le Acli esprimono solidarietà e vicinanza alle persone e alle famiglie che in queste ore stanno subendo l’attacco russo e si stringono in particolar modo vicino agli amici del Patronato Acli lì presenti e anche alle tante lavoratrici di nazionalità ucraina che si trovano da anni in Italia e stanno vivendo momenti di angoscia per i loro familiari.
“Nell’informativa alla Camera, il premier ha assicurato la pianificazione di un’evacuazione in condizioni di sicurezza per i nostri connazionali presenti in Ucraina: chiediamo allo stesso modo che venga facilitato l’ingresso ai familiari delle migliaia di donne e uomini ucraini che lavorano in Italia, curano quotidianamente le nostre famiglie e che sono una risorsa fondamentale per il Paese e nello stesso tempo chiediamo all’Unione Europea di aprire senza esitazione le frontiere a chi fugge dalla guerra”.