La legge della Regione Lazio del 1999 sulle case popolari, che prevede per l’assegnazione degli alloggi criteri come la residenza ed eventuali sfratti, è “discriminatoria nei confronti delle popolazioni rom”. Per questo la Commissione europea ha in passato avviato, e concluso, una procedura di pre-infrazione, mai tradotta però – almeno finora – in una infrazione vera e propria. L’eventualità di un intervento europeo a favore dei nomadi però esiste, e tanto è bastato ad accendere – a valle dei fatti di Casal Bruciato a Roma e a una decina di giorni dal voto per il rinnovo dell’Europarlamento – la batteria del fuoco ‘sovranista’ verso Bruxelles. A partire dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che oggi ha riferito alla Camera proprio sulle proteste per la concessione di una casa a una famiglia nomade alla periferia della Capitale: ci sono 17 persone deferite per resistenza a pubblico ufficiale e altri reati, ha comunicato al Parlamento. Le forze dell’ordine, ha aggiunto, “operano per garantire i diritti delle persone minacciate e prevenire disordini. Nessun tipo di violenza sarà mai tollerata”. Detto questo però, ha detto il leader del Carroccio, che la Commissione insista per l’assegnazione delle case ai rom è “una follia: l’ennesima ragione per votare Lega il 26”. Praticamente lo stesso messaggio da Giorgia Meloni: “Siamo alla follia – ha scritto su Facebook – Prima gli italiani: il 26 maggio scegli FdI”.
La questione della pre-infrazione Ue è emersa questa mattina in Consiglio regionale del Lazio durante la relazione annuale della giunta del governatore-segretario Pd Nicola Zingaretti sulla partecipazione della Regione alle politiche europee. L’assessore al Bilancio Alessandra Sartore ha citato il caso Eu-Pilot 3945 del 2012 in cui “la Commissione ha chiesto informazioni in tema di assegnazione di alloggi popolari. Le popolazioni rom – ha spiegato – sarebbero discriminate essendo richiesti requisiti quali la residenza e lo sfratto che, per la loro situazione di fatto, non sono in grado di dimostrare”. Ciò però sarebbe in contrasto con una direttiva europea, la 2000/43/CE, che “attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica”. L’Eu Pilot è il meccanismo di risoluzione delle problematiche nella fase precedente all’apertura di una infrazione formale: nel caso di specie, questo si è “chiuso negativamente” più di tre anni fa.
La commissione si è comunque “riservata di avviare la procedura di infrazione”, sebbene finora non abbia dato alcun segnale di volerlo fare. “Nel 2012 – ha precisato Sartore – la Commissione ha aperto un’analisi con l’obiettivo di verificare, per tutte le Regioni, le normative di accesso dei rom agli alloggi Erp. Tale pre-infrazione è stata conclusa nel gennaio 2016 e da quel momento la Commissione non ha espresso pareri nel senso di un’apertura formale dell’eventuale procedura di infrazione”. E se ciò accadesse? “Nell’eventualità – ha spiegato l’assessore – la Regione si troverebbe nelle condizioni di dover valutare la compatibilità della legge regionale con la direttiva Ue”. E sarebbe, inevitabilmente, di nuovo polemica.