A un mese esatto dall’attacco perpetrato dal movimento islamista palestinese Hamas in Israele lo scorso 7 ottobre, prosegue senza sosta il conflitto in corso, mentre si intensificano i bombardamenti aerei e le operazioni di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza, con un bilancio dei morti che continua a salire (sarebbero 10mila le vittime palestinesi) e un disastro umanitario senza precedenti.
Da parte sua, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto ancora una volta la proposta di un cessate il fuoco nell’enclave palestinese, senza che vengano prima rilasciati gli ostaggi nelle mani di Hamas. A un mese dall’attacco, lo Stato ebraico ha proclamato un giorno di lutto in cui sarà osservato un minuto di silenzio a livello nazionale e le autorità locali di tutto il Paese ammaineranno la bandiera a mezz’asta. Nel corso della giornata sono previste cerimonie commemorative anche nelle scuole e nelle università, mentre si svolgeranno alcune manifestazioni in memoria dei militari caduti e dei civili uccisi.
econdo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, sono 10.022 i palestinesi morti dall’inizio del conflitto di cui almeno 4.100 minori. A questi si aggiungono circa altri 160 palestinesi morti in Cisgiordania dallo scoppio delle violenze a seguito del 7 ottobre, la data dell’attacco di Hamas contro il sud di Israele in cui sono morte oltre 1.400 persone, la maggioranza civili, e circa 240 sono state prese in ostaggio. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), sono almeno 163 le vittime palestinesi delle operazioni di sicurezza delle Forze di difesa israeliane e degli attacchi dei coloni in Cisgiordania. Tra la notte e l’alba di questa mattina, inoltre, almeno 45 persone sono state arrestate in Cisgiordania nell’ambito della campagna di arresti delle Idf, di cui almeno 20 nella città di Samu, nel governatorato meridionale di Hebron, riferisce il sito web dell’emittente televisiva saudita “Al Arabiya”.
Secondo fonti palestinesi, durante la notte decine di persone sono state uccise da attacchi israeliani a Rafah, nel sud della Striscia, mentre un altro raid avrebbe preso di mira i dintorni dell’ospedale Al Quds di Gaza City, che al suo interno ospita diversi sfollati. Intanto l’esercito israeliano avanza all’interno dell’enclave e dopo aver circondato Gaza City, il principale centro abitato della Striscia, i militari israeliani avanzano da nord e da sud, mentre Hamas e il movimento libanese filo-iraniano Hezbollah, di cui 63 combattenti hanno perso la vita dall’inizio del conflitto, continuano senza sosta a lanciare razzi contro il territorio israeliano.
Al livello internazionale, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il premier israeliano, dopo più di una settimana dalla loro ultima telefonata, mentre si è conclusa la visita nella regione del segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Su questo fronte, l’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) ha annunciato una riunione straordinaria il prossimo 12 novembre, a Riad, in Arabia Saudita, per discutere della “brutale aggressione israeliana contro il popolo palestinese” e organizzata su richiesta del re saudita, Salman bin Abdulaziz al Saud. E’ prevista la partecipazione di importanti leader regionali quali i presidenti di Turchia e Iran, rispettivamente Recep Tayyip Erdogane e Ebrahim Raisi.