Vaccini: Sileri, su Reithera soluzione va trovata

La Corte dei Conti ha fermato il decreto che attivava i fondi per la biontech romana, che non riceverà quindi gli 81 milioni promessi da Invitalia lo scorso gennaio

“Una soluzione dovrà essere trovata, immagino ci si stia pensando, ma questo è qualcosa che è in fieri, aspetterei a pronunciarmi. Certamente avere una possibilità di un vaccino fatto in casa è un’opportunità per tutta l’Italia”. Così il il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intervenendo a Radio Anch’io su Rai Radio 1 ha risposto a una domanda sull’ipotesi di un intervento per salvare il vaccino Reithera, il cui finanziamento è stato bocciato recentemente dalla Corte dei Conti.

Stop da Corte dei Conti a fondi vaccino 

La Corte dei Conti ha fermato il decreto che attivava i fondi per la biontech romana ReiThera, che non riceverà quindi gli 81 milioni promessi da Invitalia lo scorso gennaio. Uno stop preventivo che di fatto blocca il provvedimento.

Quello che è incappato nelle maglie dei magistrati contabili è il decreto per la produzione del vaccino italiano, che prevedeva un finanziamento di 50 milioni su un totale di 81 milioni previsti dal decreto rilancio. Ma il confronto con l’ufficio di controllo della Corte ha portato alla richiesta di chiarimenti e i magistrati contabili – è scritto nero su bianco in un comunicato – “ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, hanno deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità”. Il decreto è stato “ricusato e l’atto non è stato quindi ammesso alla registrazione”.

Il progetto del vaccino è alla fase due

Nella nota la Corte dei Conti ha spiegato tutti i passaggi del confronto col Mise, durato oltre due mesi da marzo, per sostenere la produzione del vaccino ReiThera presso lo stabilimento di Castel Romano. Il progetto finora è arrivato alla fase due delle sperimentazione, che si è conclusa in 25 ospedali italiani con mille volontari, e i finanziamenti servono per procedere alla fase tre. Ma con lo stop della Corte, si apre comunque una fase di incertezza sulla produzione del vaccino italiano. E intanto l’istituto Spallanzani, coinvolto nello stesso progetto, “si è sfilato nonostante a gennaio avesse annunciato la partenza della cosiddetta ‘fase 2’ della sperimentazione”, ha denunciato FdI qualche giorno fa, sollecitando il governo a chiarire sull’intera vicenda.

 

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