Vaccino influenza, ritardi nelle consegne e boom di richieste

A Roma medici di base senza vaccino. Mentre in tutto il Paese una media di sole 12 dosi per farmacia

(immagine di repertorio)

È corsa contro il tempo per assicurare alla popolazione attiva che non rientra nelle fasce a rischio il vaccino contro l’influenza stagionale. Nonostante le regioni abbiano provveduto con gare pubbliche a un incremento del 43% rispetto allo scorso anno, pari a oltre 17 milioni di dosi, l’approvvigionamento al momento risulta però difficile per le farmacie.

Stando ai numeri i conti sono presto fatti, fanno notare da Federfarma: dividendo le 250mila dosi indicato dalla conferenza Stato regioni per le farmacie sul territorio (comprese quelle comunali), ossia 19.330 il risultato è di 12 dosi per singola farmacia. Praticamente nulla se si pensa che le campagne vaccinali sono già al via (partite oggi, primo ottobre) e attraverso i mass media virologi ed esperti consigliano di vaccinarsi al più presto per evitare che i sintomi influenzali si sovrappongano a quelli della Sars-CoV2 generando panico e corse inutili in pronto soccorso.

E già una prima risposta è arrivata dall’Emilia Romagna che ha reso noto di essere passata dall’1,5 al 3%, ossia da 18mila a 36 mila dosi per i privati che vorranno comprare il vaccino in farmacia. Non solo, per la somministrazione alle persone che non appartengono alle categorie per le quali è prevista l’offerta attiva gratuita, le Asl potranno procedere a pagamento ma solo dopo che sia stata garantita la vaccinazione delle categorie a rischio.

Adesso la maggiore preoccupazione delle federazioni è il tempo di consegna, perchè “nessuno tra chi lavora, prende i mezzi pubblici, va a scuola e intende fare il vaccino vuole aspettare fino a dicembre”, cioè fino al momento in cui si finirà con le somministrazioni ad anziani, cronici, pazienti oncologici o con altre fragilità.

Anche a Roma consegne in ritardo come racconta il dorso locale del Messaggero. Nella Asl Roma 2 (che va dall’Eur al Collatino), scrivono, le consegne partiranno  il 5 ottobre: sono state ordinate 425mila dosi di vaccino antinfluenzale ma nei magazzini ce ne sono 190 mila. Nell’Asl Roma 1 (centro di Roma , zona Nord fino a Labaro) oggi partono le prime consegne per 3mila dosi. Entro il 10 ottobre la copertura delle consegne arriverà al 40%.

Da Farmindustria però rassicurano: “Si è verificata questa carenza perchè siamo passati dalla produzione di 11 milioni di dosi dello scorso anno ai 17 milioni attuali, ma non dimentichiamo che al Ministero della Salute c’è un tavolo aperto con Aifa, industrie e farmacisti che stanno lavorando insieme per trovare una soluzione”, sottolinea il presidente Massimo Scaccabarozzi. “Ci stiamo dando da fare, anche con Paesi esteri che hanno cominciato l’approvvigionamento già tra marzo-aprile scorsi e ovviamente con le diverse Regioni”.

Qualche preoccupazione invece la destano i numeri della Fondazione Gimbe che analizzando i dati dei bandi di gara delle forniture vaccinali ha rilevato che ben 9 regioni rischiano di non garantire neppure il 75% della copertura delle categorie a rischio. Altre 12 Regioni (Puglia, Lazio, Sicilia, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche) si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% degli over 65, ma la disponibilità di dosi residue per il resto della popolazione è molto variabile. Non ci sono problemi invece per chi vuole vaccinarsi contro lo pneumococco: la somministrazione è disponibile in qualsiasi momento dell’anno presso il medico di famiglia dietro richiesta, prevede un solo richiamo e dura tutta la vita.

Intanto la Regione Lazio propone al Cts che la somministrazione del vaccino antifluenzale venga fatta anche in farmacia. “Considerata la straordinarietà della campagna di quest’anno che coincide con la pandemia della Sars CoV-2 – spiega l’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – abbiamo chiesto di ampliare la rete di offerta anche attraverso l’utilizzo dei drive-in regionali e della rete delle farmacie come progetto sperimentale. A questo scopo potrebbero essere circa 400 le farmacie del Lazio ad aderire al progetto ‘vaccinazioni in farmacia’”.

 

 

 

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