Durante un’operazione di pulizia ordinaria è stato rilevato un atto di vandalismo ai danni della fontana di piazza Colonna, realizzata sotto il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585). Uno dei delfini del gruppo scultoreo collocato sul lato nord (per la precisione quello rivolto verso la Galleria Colonna) è ora mancante di una porzione del labbro superiore”. Lo comunica in una nota il Campidoglio.
Le ricerche del pezzo, tanto nella vasca quanto nello spazio immediatamente limitrofo, si sono rivelate infruttuose, né è stata ricevuta alcuna segnalazione in merito da parte degli agenti di polizia che piantonano l’area.La Sovrintendenza Capitolina – da subito attivatasi per valutare il danno e le modalità di intervento – ha sporto denuncia presso le autorità competenti e ha fatto richiesta di visionare i filmati registrati dalle telecamere posizionate nell’area.
La fontana, progettata da Giacomo della Porta e realizzata tra il 1575 e il 1585 dallo scultore Leonardo Sormani, era alimentata dalla direttrice maestra dell’Acquedotto Vergine. Originariamente Della Porta aveva previsto di collocare la fontana a ridosso del basamento della colonna e di realizzare, sull’orlo della vasca, un mascherone fiancheggiato da delfini da cui sarebbe sgorgata l’acqua. Nel progetto definitivo invece prevalse il distacco tra fontana e colonna e come unici elementi decorativi le teste di leone.
Al 1656 si data il primo restauro, a opera del Bernini. Si trattò di un intervento di lieve entità che non cambiò l’aspetto della fontana a differenza di quanto avvenne nel 1702, quando papa Clemente XI Albani (1700-1721) la fece restaurare nuovamente dall’architetto Giovanni Battisti Contini, il quale fece fare vari lavori di scalpello e aggiunse una stella ad otto punte, simbolo araldico del pontefice, tolta durante il restauro del 1830. A questa data la fontana versava in cattive condizioni e in occasione del piano di livellazione di via del Corso e delle piazze adiacenti si decise di pulirla e di migliorarne i getti dell’acqua. Fu allora che si aggiunsero le due coppie di delfini realizzate dallo scultore Achille Stocchi e fu posta nel mezzo ”la tazza rotonda, sostituendola ad altra assai malconcia”.