Vaticano, sale l’allerta terrorismo. Gelo con Israele

Aumentati i controlli a terra e in aria, anche se al momento non ci sono allarmi particolari. Parolin chiama il primo ministro palestinese

“L’allerta è come dopo l’11 settembre”, confessa un funzionario della Polizia in merito all’innalzamento della tensione nelle zone attorno al Vaticano. La situazione è considerata della massima attenzione, anche se non ci sono allarmi particolari, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele e la relativa rappresaglia a Gaza dell’esercito israeliano. Ma il pericolo terrorismo è sempre preso in considerazione nella Capitale della Cristianità.

Rafforzati i controlli 

Dunque, rafforzamento dei presidi di Carabinieri, pattugliamenti a piedi, controlli aerei, periodici controlli a campione, collaborazione massima con la Gendarmeria vaticana. Questo riguarda via della Conciliazione, Borgo Pio, e buona parte di Prati.In realtà il dispositivo di sicurezza in Vaticano è stato ampiamente rivisto dopo l’attentato delle Torri Gemelle, e viene continuamente rimodulato in base alle esigenze del momento.

Il cardinale Parolin chiama il primo ministro palestinese 

Il Vaticano per il momento sta tenendo una posizione in qualche modo equidistante tra quanto avviene a Gaza e gli attentati in Israele, condannando le violenze da una parte e dall’altra. Intanto il cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin ha chiamato il primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh, esprimendo ”il dolore della Santa Sede e suo personale per quanto sta avvenendo in Palestina, in particolare a Gaza”. Parolin, che ieri ha detto che la Santa Sede è sempre pronta per offrire la sua mediazione, come riporta Vatican news, ”ha assicurato che la Santa Sede continuerà a riconoscere solo lo Stato di Palestina e le sue autorità come i rappresentanti delle legittime aspirazioni del popolo palestinese. Ha sottolineato che in questa situazione, è doveroso garantire il pieno rispetto del diritto umanitario e assicurare che i civili, soprattutto i più vulnerabili, le strutture sanitarie e i luoghi di culto non siano coinvolti nel conflitto”.

Israele definisce inquietante la posizione delle Chiese di Gerusalemme 

Nei fatti Israele continua a ritenere il Vaticano troppo sbilanciato nei confronti dei palestinesi.  L’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz contesta la nota diffusa dai Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme. Parla di una dichiarazione “inquietante”. In una serie di post su X il rappresentante di Israele presso la Santa Sede contesta le Chiese che parlano di “un nuovo circolo di violenza con attacchi ingiustificati contro tutti i civili”. “Ciò che in realtà è accaduto è che il ‘circolo della violenza’ (tipica espressione di falsa simmetria) è iniziato con un attacco criminale non provocato da parte di Hamas + Jihad islamica (i Patriarchi si astengono dal menzionare i loro nomi) uccidendo più di 1300 israeliani e di altre 35 nazionalità per lo più civili. Hanno anche violentato donne, bruciato bambini, decapitato persone e preso ostaggi. Contemporaneamente hanno lanciato attacchi missilistici e razzi ad ampio raggio contro i centri abitati dalla popolazione civile in Israele: città, paesi, villaggi, kibbutz”, sottolinea Schutz secondo il quale “l’azione di legittima difesa di Israele è diretta contro Hamas e la Jihad islamica. Israele non prende di mira intenzionalmente i civili”.

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