Vaticano, sul caso Rupnik cade il muro di omertà

Parlano le vittime del gesuita, famoso per i suoi mosaici, accusato di abusi sessuali e psicologici

Il caso di Ivan Rupnik, il sacerdote accusato di abusi sessuali e psicologici, torna a scuotere il Vaticano, e la diocesi di Roma. Per la prima volta parlano le sue presunte vittime. Intanto la Dottrina della  Fede assicura che farà di tutto, senza sconti per appurare la  verità.

Il muro si sgretoli

Mirjiam Kovac, che precisa di non avere subito ”abusi sessuali”, e Gloria Branciani , la prima slovena la seconda italiana, ex componenti della Comunità di Loyola, hanno raccontato degli abusi che sostengono di aver subito dall’ex gesuita noto in tutto il mondo per i suoi mosaici per il quale il Papa, derogando alla prescrizione, lo scorso ottobre ha deciso di disporre il processo. ”Ci siamo conosciute nella comunità – ha raccontato Mirjam nel corso di una conferenza stampa a Roma – eravamo ragazze giovani, con tanti ideali. Proprio questi ideali sono stati sfruttati per abusi di vario genere: di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali. Ci siamo trovate davanti a un muro di gomma – ha detto-, . Ora chiediamo che il muro si sgretoli”.

Rapporti sessuali a tre

Gloria, classe 1964, ha raccontato di avere conosciuto padre Rupnik a Roma. Era una giovane studentessa: “Rupnik è entrato nel mio mondo spirituale deformando la mia relazione con il Signore, è entrato con l’autorità del padre spirituale, del confessore e anche come garante del carisma della nascente comunità”. La ex suora ha parlato di un ”contesto abusante all’interno della comunità: Rupnik è in grado di manipolare molte persone attorno a sé creando una rete di consenso molto ampia. Ero molto ingenua in quel periodo” , ha detto la donna, all’epoca 21enne. Gloria ha raccontato di ”abusi psicologici, fisici che diventavano sempre più violenti. Ad un certo punto mi disse che il nostro rapporto era nella Trinità: iniziarono rapporti a tre con un’altra consorella. Poi Rupnik mi spinse a rapporti pornografici costringendomi ad andare anche in un cinema porno”

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014