L’estensione dei controlli dei Nas alla vigilanza on-line ha permesso di individuare siti web utilizzati per promuovere e offrire in vendita medicinali non autorizzati o asseritamente vantanti proprietà anti-Covid. I carabinieri della sezione analisi del reparto operativo e dei Nas di Torino e Udine, nell’ambito di una collaborazione con il ministero della Salute finalizzata al contrasto al cybercrime farmaceutico, hanno dato esecuzione a 14 provvedimenti d’inibizione all’accesso o “oscuramento”, emessi dalla direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Dicastero nei confronti di altrettanti siti web collocati su server esteri e con riferimenti fittizi, sui quale venivano effettuate la pubblicità e la vendita, anche in lingua italiana, di medicinali sottoposti a particolari restrizioni all’utilizzo clinico. L’attività info-investigativa condotta ha consentito di raccogliere elementi di responsabilità nei confronti delle piattaforme on-line per aver posto in vendita illegalmente una molteplicità di medicinali con indicazioni terapeutiche e asseritamente contenenti principi attivi ad azione dopante, antidolorifica e per il trattamento della disfunzione erettile.
Tra questi, gli accertamenti hanno individuato l’offerta in vendita, anche in lingua italiana, di medicinali a base di clorochina e di idrossiclorochina, antimalarici il cui impiego è stato temporaneamente autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco per il trattamento (e non la profilassi) dei pazienti affetti da infezione da Sars-Cov-2 e la cui dispensazione è prevista esclusivamente a livello ospedaliero, a causa nelle rigorose condizioni d’impiego ancora sottoposte a sperimentazioni e studi clinici.
Analogamente, i Nas hanno riscontrato l’offerta in vendita anche di farmaci contenenti lopinavir e ritonavir, nonché a base di darunavir e cobicistat, sostanze ad azione antivirale anch’esse impiegabili in procedure off label consentite solo in ambienti ospedalieri operanti in emergenza Covid-19. Presenti anche medicinali contenenti colchicina, sostanza utilizzata principalmente per la cura della gotta e per la quale è stato autorizzato uno studio sperimentale nel trattamento del Covid-19, l’antitumorale ruxolitinib, inserito dall’Aifa nel “programma di uso compassionevole” per pazienti con diagnosi di Covid-19 e con patologie polmonari gravi/molto gravi, su approvazione dell’Istituto Spallanzani, e l’antibiotico azitromicina, in relazione al quale la citata agenzia regolatoria, nel fornire ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente, ha recentemente evidenziato le possibili, pericolose interazioni con altri farmaci utilizzati contro Sars-Cov-2.
Tra i prodotti fraudolentemente presenti nelle “vetrine virtuali” dei siti oscurati sono stati, infine, rilevati farmaci a base di umifenovir, un principio attivo antivirale per il quale l’Aifa ha già precisato l’assenza di autorizzazione e la mancanza di evidenze scientifiche sull’efficacia nel trattamento e nella prevenzione del Covid-19, e dell’antiparassitario ivermectina, presentato con presunti effetti positivi nel contrasto della malattia.