Via Crucis al Colosseo, il Papa guarda ai giovani e alle guerre

Anche quest’anno la Celebrazione che ricorda la Passione di Cristo. No alle guerre, no alle divisioni. Migliaia gli agenti in campo nel timore di attacchi terroristici.

Via Crucis al Colosseo
Via Crucis al Colosseo

Le ansie dei giovani, le ferite delle guerre, la fragilita’ dei piu’ piccoli, bambini, anziani, disabili; i peccati della Chiesa. E’ la Via Crucis di Papa Francesco, che come scenario ha avuto, come tradizione, ieri sera il Colosseo.

Francesco ha espresso “speranza perche’ la tua Chiesa, santa e fatta da peccatori, continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore illimitato per l’umanita’, un modello di altruismo, un’arca di salvezza e una fonte di certezza e di verita’”. Bergoglio ha sottolineato infine “l’avidita’ e codardia di tanti dottori della legge e ipocriti”. “Aiutaci” a “spogliarci dall’arroganza” “dei miopi e dei corrotti, che hanno visto in te un’opportunita’ da sfruttare.

E poi il mea culpa:  “Ci pervada la vergogna di avere scelto “il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanita’ e non l’eternita’”, “la vergogna perche’ tante persone, e perfino alcuni tuoi ministri, si sono lasciati ingannare dall’ambizione e dalla vanagloria perdendo la loro dignita’ e il loro primo amore”.

La celebrazione è stata blindatissima, con un dispiegamento di forze di polizia come forse non si era mai visto. Nove i varchi di controllo con metal detector, tanti gli agenti in borghese che saranno mescolati anche tra i fedeli. In tutta la città sono circa 10 mila gli agenti mobilitati, soprattutto dopo gli arresti a Roma, Latina e in Piemonte. A questo si sono aggiunte le solite deviazioni del traffico.

Il pontefice ha affidato quest’anno le meditazioni della Via Crucis ad un gruppo di liceali romani, coordinati dal loro professore di religione, Andrea Monda. Le delusioni, le ingiustizie, i fallimenti ma anche il coraggio, la speranza, la solidarieta’: sono questi i temi che risuoneranno nelle meditazioni.

“Mi guardo intorno e vedo occhi fissi sullo schermo del telefono, impegnati sui social network ad inchiodare ogni errore degli altri senza possibilita’ di perdono”, si legge in una delle preghiere. Oppure il richiamo alla “apparenza, oggi tanto importante nella nostra societa’ delle immagini”. E ancora: “Cadiamo cosi’ tante volte che perdiamo il conto, ma speriamo sempre che ogni caduta sia l’ultima”. “Ti vedo, Gesu'”, questo l’incipit di ogni stazione scelto dai giovani autori.

Un pensiero poi in questa celebrazione è rivolto alle aree più difficili del mondo, Siria e Iraq prima di tutto, dove i Cristiani rischiano di essere martirizzati.

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