Vietato giocare a pallone in piazza: è polemica per l’ordinanza del sindaco di Bellegra

Nel paesino in provincia di Roma è vietato giocare a pallone nella piazza coperta che porta il nome di Padre Marco Morasca. Lo ha deciso il sindaco Flavio Cera che ha firmato un'ordinanza dopo segnalazioni di gruppi che giocano a calcio o con le biciclette "recando disturbo alle altre persone e al decoro pubblico anche con danneggiamenti alle pareti". Il provvedimento è stato accolto con favore da tanti cittadini, che elogiano l'iniziativa del sindaco, ma ha anche causato diverse critiche

photo credit: Richard Revel

I bambini e i ragazzi che giocano a calcio disturbano. Così ora a Bellegra, paesino in provincia di Roma è vietato giocare a pallone nella piazza coperta che porta il nome di Padre Marco Morasca. Lo ha deciso il sindaco Flavio Cera che ha firmato un’ ordinanza dopo segnalazioni di gruppi che giocano a calcio o con le biciclette “recando disturbo alle altre persone e al decoro pubblico anche con danneggiamenti alle pareti”. Così nel piccolo centro dell’alta Valle Aniene che s’affaccia sulla Valle del Sacco, è scattato il divieto.

“Abbiamo messo a disposizione di tutti – ha sottolineato il sindaco di FdI – uno spazio fruibile sia d’estate sia d’inverno. Purtroppo giungono frequenti segnalazioni che all’interno della piazza gruppi giocano a pallone o con le biciclette recando disturbo alle persone e con danneggiamenti che dobbiamo ogni volta riparare. Pertanto, per salvaguardare questo spazio – ha aggiunto – abbiamo emesso un’ordinanza che vieta l’uso di palloni e biciclette dentro la piazza coperta”. E adesso chi non rispetterà il divieto andrà incontro a sanzioni da 25 a 500 euro.

Il provvedimento è stato accolto con favore da tanti cittadini, che elogiano l’iniziativa del sindaco, ma ha anche causato diverse critiche. “Passiamo dall’assurdo al ridicolo in poche righe – scrive Alessandro Pascucci sui social -, ma veramente vogliamo togliere ai nostri bambini al nostro futuro, la voglia di giocare in compagnia in un luogo pubblico? Trovo in generale un certo tipo di divieti assurdi, ma quando vedo che è vietato giocare a pallone o girare con una bici, allora mi inc… Per un bambino il gioco è la sua vita, è come per un adulto il lavoro o la famiglia, togliere spazi urbani a dei bambini è come licenziare il papà da un posto di lavoro. Le piazze sono luoghi da vivere perché c’è qualcuno che le riempie, altrimenti sono degli spazi vuoti privi di anima, “Non luoghi”. Il calcio e la bici poi sono il gioco del popolo delle nostre tradizioni mettendo giù due giubboni che fanno le porte, 3 contro 3 fino a notte fonda e chi segna vince. Stiamo costruendo una generazione di ragazzi schiavi del pc e dello smartphone e ce ne assumeremo tutte le responsabilità. E non mi venite a parlare di arredo urbano e decoro – ha concluso -, siamo tutti cresciuti giocando in una piazza (coperta o scoperta che sia) e raccogliendo palloni sotto le ruote delle macchine”.

Secondo Elisa Nera “riguardo al divieto degli strilli, in piena pandemia i rumori dei bambini ci sono mancati, adesso danno fastidio? Avevo trovato che fosse una buona idea chiudere la piazza con le finestre per viverla dodici mesi l’anno, ma con tutte queste restrizioni più che un luogo di svago sembra diventato un museo”.

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