La ‘marea transfemminista’ torna tra le strade di Roma alla vigilia del 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Oggi pomeriggio, alle 14:30, da piazzale Ostiense partira’ il corteo nazionale di “Non una di meno”, che attraversera’ il cuore della Capitale e arrivera’ a piazza Vittorio Emanuele II al grido di “Disarmiamo il patriarcato”. E’ trascorso un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e, sottolineano i promotori del corteo, “altri 106 nomi, rimasti anonimi, si sono aggiunti”. “Le parole del ministro Valditara confermano l’urgenza di scendere in piazza” – spiegano da ‘Non una di meno’ -, “il patriarcato esiste, non e’ ideologia e il razzismo istituzionale non e’ la risposta. L’assassino, il violento, l’abusante sono figli della nostra societa’ e hanno quasi sempre le chiavi di casa”. Dall’associazione aggiungono che “il patriarcato esiste e la guerra e’ la sua piu’ brutale espressione, riaffermando la legge della sopraffazione, del possesso, dello stupro. Sono le donne, i bambini, le persone lgbtqia+ a pagarne doppiamente il prezzo. Non vogliamo piu’ assistere alla catastrofe quotidiana del genocidio in Palestina e della Guerra che si estende a macchia d’olio”. Con “la stessa forza e determinazione” – proseguono -, “siamo solidali con le compagne come Ahou Daryaie che lottano in Iran per la loro liberta’ con incredibile coraggio; con le combattenti che in Rojava, in Siria e Iraq costruiscono alternativa rivoluzionaria e femminista; con le sorelle che subiscono la guerra, il colonialismo e la violenza patriarcale sui loro corpi in Ucraina, Libano, Yemen, Sudan e ovunque nel mondo”. Saranno diverse le ‘azioni’ previste lungo il percorso, spiegano i promotori: “sara’ marea transfemminista, senza simboli e bandiere, radicale e autodeterminata”. La testa del corteo di Roma sara’ composta dai centri antiviolenza femministi e l’invito di “Non una di meno” e’ quello di “partecipare alla manifestazione consapevolmente”. Quindi l’appello: “lottiamo contro la violenza e la cultura dello stupro che ci opprimono, contro i confini interni e esterni, contro la militarizzazione dei territori e la devastazione ambientale ormai dispiegate e presenti nel nostro quotidiano”.
Violenza donne: a Roma ‘marea transfemminista’ Non una di Meno
Il corteo al via da piazzale Ostiense