‘’Ci vuole un welfare personalizzato che consenta di agganciare la corresponsione del reddito di cittadinanza al registro elettronico del ragazzo, che documenti la frequentazione della scuola dove è iscritto, impegnando così la famiglia di appartenenza a presidiarne l’istruzione’’. Con questa proposta, nel segno della concretezza che la distingue, Maria Luisa Iavarone, ha concluso il suo intervento al Convegno ‘’Contro le violenze’’, promosso dall’associazione NO O.D.I. ( No Omicidi di Impresa) presieduta dall’economista di impresa, già ispettore di Vigilanza di Bankitalia, Claudio Patalano.
Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la professoressa napoletana, diventata testimone della legalità nelle scuole, dopo l’accoltellamento del figlio Arturo da parte di una ‘’baby gang’’, ha tenuto in pugno l’affollata platea di giovani all’Auditorium dell’Istituto San Leone Magno, con un accorato intervento sulle responsabilità dei genitori nel dilagare degli episodi di violenza. ‘’Una società in cui l’adulto non è più perno dell’edipo per i giovani – afferma – questi annaspano in cerca di modelli significativi con i quali confrontarsi, spesso tendono a surrogarli con falsi miti, icone dello sport e dello spettacolo, influencer, se non addirittura modelli ancora più aggressivi, violenti, di potere e di guadagno facile.’’
Per Iavarone assistiamo a un’eclisse di genitorialità, quando invece proprio la relazione con i figli è il collante che tiene insieme i mattoni della vita. ‘’L’unico antidoto alla violenza – afferma – possono essere azioni urgenti di ‘’pedagogia civile’’ , alla luce delle recenti trasformazioni negli assetti socio-economici e culturali. Occorre una politica – avverte – che abbia il coraggio di spostare l’asse degli interessi di parte a quelli reali della comunità, utilizzando nuovi sensori di cambiamento e di mediazione culturale’’.
Secondo Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, per fermare una volte per tutte la violenza sulle donne è necessario aumentare l’occupazione femminile, soprattutto al Sud, e consentire così l’indipendenza economica delle donne. ‘’In secondo luogo – aggiunge – bisogna agire sul fronte culturale e degli stereotipi.’’ In particolare, secondo Lella Golfo, famiglia, scuola, media, aziende, strutture sanitarie, polizia, avvocati che difendono le donne devono essere attraversati da una vera e propria ‘’offensiva formativa’’ di cultura e di genere. ‘’Deve essere avviato – conclude – un lavoro molto serio sul fronte dell’informazione e della formazione, soprattutto nelle scuole per fermare la trasmissione intergenerazionale della violenza.
Il convegno di NO O.D.I avviene in occasione della donazione a Piazza Trento, nel Quartiere Trieste, dell’opera ‘’Metamorfosi’’ dello scultore Fausto Maria Franchi per sottolineare che la violenza di qualsiasi genere, contro le donne, le persone deboli, l’ambiente, la terra e anche l’impresa, può e deve tramutarsi in sostenibilità. ‘’Gli interventi Gli interventi delle istituzioni e della società civile sul piano culturale ed educativo sono indispensabili per il riconoscimento del valore della donna e della illegittimità dei comportamenti di uso e di abuso, ma è altrettanto necessario – rileva Patalano – mobilitarsi per prevenire la violenza contro l’ambiente e contro l’impresa, generate da insane e aberranti logiche economiche e di potere.’’
Dopo gli interventi di Carlo Papa, Direttore della Fondazione Enel, che ha messo in guardia come i cambiamenti climatici abbiano un stretta correlazione con le malattie e coi disastri geologici ai quali non siamo preparati, e Carlo Santini, economista ed ex capo ufficio studi di Bankitalia, che ha sollecitato la scuola insieme alla famiglia a contrastare certe derive, Celeste Manno, assessore alle pari opportunità del municipio II, ha annunciato la prossima istituzione di uno sportello antiviolenza per accogliere le donne dopo la ‘’tortura’’ e accompagnarle nel percorso di lavoro per conquistare l’ indispensabile indipendenza economica.
Infine il convegno si è concluso con la premiazione dei lavori dei ragazzi delle scuole secondarie, che hanno partecipato al ‘’progetto scuola’’ di NO O.D.I, accettando la sfida di scrivere le loro riflessioni sulla violenza. Così, accompagnati dagli insegnanti, una delegazione di allievi del Liceo classico Giulio Cesare, del liceo scientifico Amedeo Avogadro, dell’istituto Sinopoli-Ferrini, dell’istituto Luigi Settembrini e del I.C. Via Valsinio, ha presentato i suoi lavori sul palco dell’Auditorium fra i fragorosi applausi dei loro compagni. Quale migliore coronamento che una mobilitazione contro tutte le violenze potesse avere