Quando hanno scoperto che il figlio e’ stato bocciato sono andati su tutte le furie e, dopo aver insultato e minacciato il preside, hanno aggredito un giovane professore che e’ stato centrato al volto con un pugno.
L’episodio, l’ennesima aggressione ai danni di un docente, e’ accaduto ieri pomeriggio in un istituto alla periferia di Roma.
A quanto risulta dalle prime ricostruzioni, i genitori dell’alunno sono arrivati all’Itis Di Vittorio-Lattanzio di via Teano, nella zona della Prenestina, intorno alle 16 mentre era in corso gli scrutini. Appena saputo che il figlio non era stato promosso hanno iniziato a discutere con il dirigente scolastico. Sarebbero volati insulti da parte della coppia, di 44 e 46 anni, e anche minacce al preside: “Se bocci mio figlio ti faccio vedere io”.
Poi il giovane professore campano, di soli 23 anni, e’ intervenuto per difendere il preside e in pochi istanti il padre dell’alunno lo avrebbe centrato al volto con un pugno. Sul posto e’ intervenuta la polizia. Il docente e’ stato portato in ospedale dove ha avuto una prognosi di 8 giorni.
La vicenda e’ stata denunciata anche su Facebook dalla madre del professore che ha pubblicato le foto del figlio ferito in ospedale. “Oggi in Italia l’ennesima aggressione ad un docente – si legge nel lungo post – La ‘colpa’ del docente aggredito e’ stata quella di essere presente nel momento in cui veniva
comunicato ai genitori la non promozione del figlio… insulti e minacce ai docenti e al dirigente scolastico. Ad un tratto il padre dell’alunno e’ passato ai fatti tentando di colpire alle spalle il preside. Il docente interviene spostando il dirigente scolastico e viene colpito in pieno volto. Il padre impazzito si
accanisce sul docente che solo per un miracolo riesce a liberarsi…”.
La donna racconta che al figlio e’ stato riscontrato in ambulanza un “trauma cranico rachide cervicale e segni di tentato soffocamento”. Moltissimi i messaggi di solidarieta’ alla donna pubblicati su Facebook , ma c’e’ anche chi scrive, senza mezzi termini: “Tocca dare il porto d’armi anche ai docenti
ormai”.