Wiily, processo al via: nessuno sconto di pena per il branco

Le tre lettere di uno degli imputati

Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte nella notte a Colleferro, in un'immagine presa dal suo profilo facebook +++ FACEBOOK +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE CUI SI RINVIA +++

Nell’aula della corte d’assise di Frosinone si sono trovati oggi, per la prima volta gli uni di fronte all’altro, i genitori e la sorella di Willy Monteiro Duarte e Francesco Belleggia, uno dei quattro imputati per l’omicidio del 21enne italo capoverdiano. Gli altri tre imputati, Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli, erano collegati in videoconferenza dai carceri di Rebibbia e da quello di Viterbo. Nove mesi fa, il 6 settembre 2020 davanti al locate Due di Picche di Colleferro, Willy, l’aiuto cuoco residente a Paliano, è stato pestato a sangue mentre tentava di pacificare una lite tra coetanei nata per i soliti futili motivi. All’alba di quel giorno, lui giaceva morto in ospedale e i quattro erano già nella caserma dei carabinieri di Colleferro.

A legare il gruppo dei giovani imputati è, oltre all’essere tutti di Artena, anche la passione per gli sport da combattimento, aspetto questo particolarmente rilevante per i fratelli Bianchi considerati esperti di Mma. Un pestaggio brutale subito da chi, Willy, sovrastato per numero di persone, forza fisica e tecnica. Una vicenda che si è consumata davanti a decine di ragazzi che avevano trascorso la serata a Colleferro ed infatti, nella lista dei 40 testimoni indicati dalla procura di Velletri, 30 sono ragazzi di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Due udienze al mese, ad eccezione di agosto, per un calendario fissato fino al 16 dicembre quando il presidente della Corte d’assise Francesco Mancini ha detto di sperare “si sia esaurita la fase dibattimentale”.

L’incardinamento del processo si è concluso con la costituzione di parte civile, oltre che di Armando Do Nascimento Monteiro, Maria Lucia Duarte e Milena Montero Duarte, rispettivamente padre, madre e sorella di Willy, anche dei comuni di Paliano, Colleferro e Artena. “Il comune di Artena è stato etichettato o giudicato dal tribunale social e dai media come luogo di brigantaggio o perdizione solo perchè vi risiedevano i 4 imputati”. Lo ha detto l’avvocato Massimo Ferrandino legale del piccolo comune. “Eppure i cittadini di Artena hanno preso le distanze e hanno organizzato fiaccolate insieme alle comunità di Paliano e di Colleferro tutte accomunate nel dolore”.

Anche la Regione Lazio aveva anticipato una propria costituzione nel processo come parte civile, ma questa mattina non vi erano suoi rappresentanti a presentarla. Tra le prime decisioni prese dalla corte c’è stata quella di aver rigettato le richieste di rito abbreviato che le difese avevano reiterato dopo il primo respingimento fatto dal Gip di Velletri. Si è passato poi alla parte documentale e alla richiesta di produzione agli atti fatta dall’avvocato Loredana Mazzenga, legale di Mario Pincarelli. Si è appreso oggi in aula che il giovane ha scritto tre lettere alla famiglia Monteiro “Le lettere -ha detto al termine dell’udienza il suo legale- contengono solamente la spiegazione che l’imputato ha dato alla famiglia sul suo ruolo nella vicenda”.

Lettere inviate con “raccomandata con ricevuta di ritorno e a me appaiono come un tentativo strumentale di fare vedere che si è accorto nei confronti della famiglia che non ha minimamente strumentalizzato” la vicenda. Lo ha detto l’avvocato Domenico Marzi legale della madre e sorella di Willy. “Queste raccomandate solitamente si mandano agli avvocati per effettuare pagamenti o per altre ragioni. Non le commento anzi mi sono opposto alla loro produzione” agli atti del processo “ma alla fine ci giovano perchè sono una rappresentazione evidente della superficialità nella condotta degli imputati”.

Schermaglie che hanno animato fin da subito l’udienza anche se il confronto serrato sarà tra le posizioni dei fratelli Bianchi difesi dall’avvocato Massimiliano Pica e Belleggia difeso da Vito Perugini. Posizioni di ex amici, divenute già contrapposte nella fase delle indagini quando Belleggia ha raccontato una versione dei fatti, ritenuta credibile dai Pm Giovanni Taglialatela e Francesco Brando, accusando i Bianchi dei colpi inferti a Willy. Successivamente, tramite il suo avvocato, sempre Belleggia, ha denunciato per false dichiarazioni alla polizia giudiziaria due testimoni, amici dei Bianchi che sostenevano sue responsabilità nell’omicidio.

 

 

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