“In un Paese che va indietro, noi andiamo avanti”. Il ‘manifesto’ politico di Nicola Zingaretti è tutto in una frase, pronunciata a chiosa di un evento a Roma in cui ha celebrato il suo primo anno di governatore-bis alla guida della Regione Lazio. Coincidenza, nel giorno in cui compie anche un mese da leader del Partito democratico: al Nazareno, ammette, “c’è forte diffidenza nei gruppi dirigenti” mentre “nella nostra base è più forte la voglia di una battaglia unitaria”.
E dunque per il governatore-segretario, duplice ruolo del quale ha sempre sottolineato i vantaggi (in sintesi: sono più vicino alla gente) la Regione diventa un modello di politica fattiva da contrapporre a quella del governo gialloverde di cui ogni giorno sottolinea, con la casacca da leader nazionale, passi falsi e contraddizioni.
Si scrive Lazio, ma almeno in trasparenza si legge dunque Italia, dove si vive da un anno “il tempo delle contraddizioni, della paralisi, della crisi economica”. Dove, sottintende, M5s e Lega spesso si trovano in conflitto mentre lui è “orgoglioso di essere presidente di una istituzione che nello stesso anno non ha mai visto montare una polemica, e si vede”. Nella quale, scampato il “pericolo del pantano” (vinse le elezioni ma senza maggioranza in Aula) oggi può persino “ringraziare le opposizioni per essere state parte attiva e costruttiva del lavoro fatto”, sfornando 18 leggi in Consiglio in dodici mesi, compresa la sforbiciata dei vitalizi – datata 2018 – rivendicata dal presidente del Consiglio, il dem Daniele Leodori.
Insomma, una “comunità virtuosa – lo dice chiaramente – che vive in una comunità che va all’indietro. E lo spettro della recessione farà pagare un costo anche al Lazio”. La Regione dunque, nell’idea di Zingaretti, come esempio da esportazione, che anticipa il Mise di Luigi Di Maio sulla legge sui rider (“la prima in Italia”), che grazie alle programmate assunzioni in sanità è “la più grande centrale appaltante di lavoro pubblico del Paese”. E che punta a sorpassare persino il fiore all’occhiello dell’idea di welfare del governo, il reddito di cittadinanza, con l’annunciato “reddito solidale per i disoccupati over 58” del Lazio, e le politiche attive del lavoro, perché “va bene il reddito di cittadinanza e i ‘navigator’ che li portano verso il lavoro – commenta – ma se il lavoro non c’è, li portano a spasso…”.
Una Regione che però, al centro, ha la Roma Capitale di Virginia Raggi a cui serve “una visione e una direzione: sono molto preoccupato delle difficoltà che sta vivendo la città più importante d’Italia – afferma Zingaretti – non lo dico dal punto di vista politico ma oggettivo. Deve tornare competitiva”.
Una occasione può essere Brexit e la fuga delle imprese da Londra: “Dobbiamo candidare il Lazio a essere un territorio su cui investire, per questo serve una visione e una direzione – conclude – Noi siamo disponibili a dare una mano”. (fonte Ansa)