“Il Pd non ha avanzato alcuna rosa di nomi per la composizione del Governo. Come ho detto ieri, ci rimettiamo al rispetto dell’articolo 92 della Costituzione che conferisce al presidente della Repubblica e al presidente incaricato questo compito. Un’ ipotesi sulla quale c’è l’unanimità della direzione nel corso della quale abbiamo suggerito dei criteri per la squadra: qualità, pluralismo politico, differenza di genere”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine di una visita al Policlinico di Tor Vergata a Roma.
Draghi sarebbe pronto a salire al Quirinale
Dopo il via libera del M5s al governo Draghi, cade l’ultimo ostacolo alla formazione dell’esecutivo guidato dall’ex presidente Bce. Il premier incaricato ha il quadro completo e può chiudere il puzzle della squadra di governo. Cresce l’attesa dei partiti, ma timing e lista dei ministri restano nelle mani del professore. Potrebbe salire al Colle per sciogliere la riserva già oggi ma anche domani. E sembra ormai chiaro che solo allora le forze politiche che lo sostengono sapranno se i loro desiderata sono stati accolti o meno. Quanto al voto di fiducia sembra ormai chiaro che ci sarà martedì al Senato e mercoledì a Montecitorio. Dopo un’apertura in calo, lo spread è a 90 punti base.
Salvini, niente litigi e ideologie
Contro il Covid niente litigi o ideologie, è tempo di lavorare per ricostruire il Paese, mettendo da parte antipatie e simpatie. Messaggio con un no ai temi divisivi dal leader della Lega Matteo Salvini, che registra sintonia con il presidente incaricato “sui temi concreti e sulle urgenze vere dell’Italia”.
Sul voto la valutazione si farà dopo aver visto la squadra e il programma, dice invece la numero uno di FdI Giorgia Meloni, che spiega di non aver mai considerato il sostegno a Draghi, perché “i migliori sono quelli scelti dal popolo“, dice. La guida delle commissioni di garanzia? “È un tema che non ci siamo posti. Non faccio scelte sulla base delle poltrone che porto a casa”.